Aruba, la risposta è nel cloud ibrido

Realizzare la digital transformation richiede anche e soprattutto infrastrutture adeguate, come l’hybrid cloud, i cui vantaggi sono stati illustrati in un roadshow organizzato in collaborazione con IDC

Si è svolta a metà gennaio l’ultima delle tre tappe di un roadshow dedicato al cloud ibrido, che dopo Bologna e Padova ha toccato Milano. La mattinata di lavori, dal titolo “Hybrid Cloud per disegnare la propria evoluzione IT”, è stata organizzata congiuntamente da IDC e Aruba, la società numero uno in Italia per i servizi di data center, web hosting, e-mail, PEC e registrazione domini, che gestisce oltre 2,1 milioni di domini, più di 7,4 milioni di caselle e-mail, circa 4,1 milioni di caselle PEC, un totale di 4,7 milioni di clienti e più di 31.000 server, con una capacità di gestione di 50.000, come ha ricordato Stefano Sordi, direttore marketing di Aruba.

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Supportare la business innovation

La premessa di fondo è che «oggi ci troviamo nel pieno della terza piattaforma tecnologica, che rappresenta un nuovo modo di fare IT ed è costituita da cloud, mobility, social e big data più analytics», ha fatto notare Sergio Patano, research and consulting manager di IDC Italia. In questo contesto, la questione non è più se il cloud può supportare le aziende nella trasformazione digitale, ma come il cloud deve supportare tale trasformazione. Ma con quali modalità? Una indagine, condotta da IDC su 107 aziende italiane di medio-grandi dimensioni, ha identificato i principali cambiamenti avvenuti negli ultimi 12 mesi: al primo posto, con un dato vicino all’80 per cento, vi è la circostanza che il business è sempre più coinvolto nelle strategie IT, seguito a breve distanza dall’identificazione della digital transformation come priorità numero uno di business. Non stupisce quindi che più del 60 per cento delle aziende abbiano assunto un responsabile per la strategia di digital transformation a livello di Line of Business e che abbiano creato un gruppo per l’innovazione. Non solo: più del 40 per cento delle aziende si serve di un provider esterno per aiutarle nella digital transformation. Tra le scelte tecnologiche più gettonate, spicca in particolare il cloud: secondo IDC, «entro il 2020 il 50 per cento della spesa IT sarà interamente basata sul cloud, e i cloud ibridi o multicloud costituiranno la regola», ha sottolineato Sergio Patano, spiegando anche che «la digital transformation impone sempre più di padroneggiare l’integrazione degli ambienti ibridi e multicloud, ma senza dover necessariamente sviluppare competenze specifiche, dovendo invece migliorare gli skill per la gestione di vendor e contratti». Anche perché entro il 2018, che è come dire nell’arco dei prossimi due anni, «l’85 per cento dei dipartimenti IT adotterà architetture multicloud, e il 55 per cento delle aziende sottoscriverà contratti multipli di servizi cloud», ha concluso Sergio Patano.

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“Cloud primordiale” addio

Lorenzo Giuntini, head of engineering di Aruba, ha invece affrontato la nuova strategia di servizio per le aziende, con un modello di IT ibrido che sfrutti tutta la potenza e la flessibilità del cloud e che al contempo possa convivere con le architetture fisiche dei clienti, rivendicando in particolare l’approccio di Aruba, che «non è di tipo ‘a scaffale’, ma prevede sempre un disegno a quattro mani con il cliente, scegliendo il prodotto di volta in volta più giusto e realizzando una vera soluzione tailor made». Del resto, ha proseguito Lorenzo Giuntini, «non siamo più nell’era del ‘cloud primordiale’, costituita soprattutto da Infrastructure-as-a-Service con computing e storage, e nella quale erano i clienti a doversi adattare ai fornitori, con molti sprechi e poca di quella flessibilità che era nelle premesse iniziali del cloud. Ma quando il cloud comincia a stare stretto, nasce il cloud ibrido». Un esempio delle possibilità offerte dalle soluzioni di cloud è venuta dall’esperienza di Readytec, società attiva da oltre 30 anni nella progettazione di soluzioni nelle aree e-business, software gestionale, hardware e sistemi, con un fatturato 2015 nell’ordine dei 23 milioni di euro. Marco Russo, sales director della società, ha sottolineato che «grazie all’infrastruttura cloud messaci a disposizione da Aruba, con superiori caratteristiche di performance, sicurezza, flessibilità e scalabilità, possiamo gestire in completa autonomia tutte le diverse esigenze dei nostri clienti».