Uno sguardo al futuro con i 10 Hot Consumer Trend di Ericsson

I consumatori si aspettano che l’intelligenza artificiale (IA) venga promossa da semplice assistente al ruolo di manager

L’Ericsson Consumer Lab di Ericsson apre una finestra sul futuro presentando la sesta edizione del suo report annuale: The 10 Hot Consumer Trends for 2017 and Beyond.

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L’Intelligenza Artificiale (AI) è un tema importante quest’anno e i consumatori si aspettano che vada a ricoprire un ruolo sempre più importante rispetto al passato – sia nella società che nel lavoro e una persona su quattro vorrebbe che l’AI prenda il posto dei loro manager.

Questi sono i 10 trend per il 2017 e oltre:

  1. IA ovunque: il 35% degli utenti esperti di Internet vorrebbe un consulente AI sul posto di lavoro. Guardando al nostro Paese un italiano su cinque vorrebbe avere un assistente elettronico che usa sistemi avanzati di IA per aiutarlo a rispondere alle email, trovare news online e postare aggiornamenti sui social network. Nel mondo uno su quattro vorrebbe un’IA come proprio manager. Allo stesso tempo, quasi la metà di loro è preoccupata che i robot provvisti di IA faranno presto perdere il lavoro a molte persone, preoccupazione condivisa solo dal 40% degli intervistati italiani.
  1. Internet of Things: i consumatori stanno utilizzando sempre di più applicazioni automatizzate, incoraggiando lo sviluppo dell’IoT. Due intervistati su cinque credono che gli smartphone impareranno le loro abitudini e gestiranno in automatico alcune attività al posto loro. Più diffidenti gli italiani su questo punto: solo il 25% ha risposto in maniera affermativa.
  1. I pedoni spingono per le auto a guida autonoma: i conducenti di auto potrebbero non esistere più nel futuro. Un pedone su quattro si sentirebbe più sicuro nell’attraversare la strada se tutte le macchine fossero a guida autonoma e il 65% degli intervistati preferirebbe possedere un’auto a guida autonoma. In Italia la fiducia dei pedoni verso le macchine a guida autonoma scende al 18% e sempre il 18% preferirebbe possederne una. Il 33% vede anche possibili criticità in termini di sicurezza dei dati e hacking.
  1. Realtà integrata: Quasi quattro utenti di realtà virtuale su cinque credono che la VR sarà indistinguibile dalla realtà fisica in appena tre anni. La metà degli intervistati sono già interessati a guanti e scarpe che permettono di interagire con oggetti virtuali. Un dato che emerge per l’Italia è che un consumatore su tre pensa che la VR e l’AR saranno elementi importanti per i media e le TV, ma la percentuale sale al 50% considerando gli utenti di TV connesse. Un giovane utente su quattro – fascia 16-19 anni – pensa che valga la pena pagare per avere VR o AR.
  1. Il corpo “fuori fase”: Con l’auto a guida autonoma che diventa realtà, aumenterà l’incidenza del mal d’auto, e tre intervistati su dieci prevedono che avranno bisogno di pillole per risolvere il problema. Uno su tre pensa anche che avrà bisogno di queste pillole anche durante l’utilizzo di dispositivi per realtà virtuale e aumentata.
  1. Il paradosso della sicurezza con gli Smart Device: più della metà degli intervistati già usa sveglie, tracker o notifiche sui propri smartphone. D’altra parte però, tre su cinque di coloro che sostengono che il proprio smartphone li faccia sentire più sicuri affermano di assumersi rischi maggiori perché confidano nel proprio telefono. In Italia il 35% degli intervistati afferma di usare il proprio dispositivo mobile per sentirsi più al sicuro nella vita reale.
  1. Social a compartimento stagno. Oggi le persone trasformano volontariamente i social network in silos. Uno su tre – in Italia solo uno su cinque – sostiene che i social network costituiscono la principale fonte di informazioni e oltre uno su quattro valuta l’opinione dei propri contatti superiore al punto di vista dei politici. In Italia si registra anche più disinteresse per i “like”: per il 42% degli intervistati non sono importanti e quasi la metà non chiede consiglio agli amici sui social network prima di effettuare un acquisto.
  1. Realtà aumentata personale: Più della metà delle persone vorrebbe usare degli occhiali a realtà aumentata per illuminare spazi bui ed evidenziare i pericoli. Più di uno su tre vorrebbe anche poter eliminare elementi che disturbano il proprio campo visivo.
  1. Privacy divide: due utenti esperti di Internet su cinque preferiscono usare solamente servizi criptati, ma le opinioni sono divise. Quasi la metà vorrebbe aver garantito almeno un ragionevole rispetto della privacy nella fruizione di tutti i servizi, mentre più di uno su tre crede che la privacy non esista più.
  1. I big della tecnologia per tutti: Più di due utenti avanzati di Internet su cinque vorrebbe che tutti i suoi prodotti provenissero dalle 5 aziende IT più grandi del mondo. Di questi, tre su quattro credono che questo si verificherà tra appena 5 anni. Confermando questo trend, in Italia, le app che primeggiano per traffico dati sono: Facebook, Youtube, Instagram e Whatsapp.
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Riflettendo sulla crescita della realtà virtuale, Michael Björn, Head of Research dell’Ericsson ConsumerLab, ha dichiarato: “Oltre al tempo reale, io credo ci sia bisogno di cominciare a parlare di tempo della realtà, poiché ciò che chiamiamo realtà diventa ogni giorno più personale e soggettivo. I consumatori non solo si circondano di persone che condividono le loro idee sui social network, ma stanno anche iniziando a personalizzare il modo in cui si relazionano al mondo con le tecnologie a realtà aumentata e realtà virtuale.

“I consumatori vogliono anche che il futuro rimanga pienamente mobile, perciò la domanda per una connettività immediata, veloce e abilitata da dispositivi con una lunga autonomia è destinata a crescere rapidamente. In questo senso il tempo della realtà è anche il tempo delle reti 5G.”

Le evidenze dello studio 10 Hot Consumer Trend 2017 sono basate sulla ventennale attività di ricerca globale dell’Ericsson ConsumerLab, e sui dati emersi da una ricerca online effettuata su utenti esperti di Internet delle 14 più grandi metropoli del mondo effettuata ad ottobre 2016. Lo studio è rappresentativo di 27 milioni di persone, il loro profilo di pionieri tecnologici li rende importanti per comprendere i trend futuri.