Una compagnia norvegese pensa a rettili in silicio per semplificare le operazioni di manutenzione a bordo della ISS
Chi lo ha detto che l’unica sembianza dei robot debba essere quella umana? Già il DARPA e Boston Dynamics hanno sperimentato i felini fatti di viti e bulloni, con un cervello di Intelligenza Artificiale, ora tocca ai serpenti e alla possibilità che, in futuro, andremo a visitare uno zoo robotico. In realtà l’agenzia norvegese Sintef prospetta un futuro più roseo per i suoi “snakebot”, oltre ogni aspettativa, anzi oltre la stessa Terra. L’obiettivo è mandare in orbita i serpenti in silicio come fedeli aiutanti degli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) troppo spesso impegnati in difficoltose attività di gestione e manutenzione delle strutture interne ed esterne. Per questo, i piccoli robottini potrebbero svolgere mansioni specifiche, lasciando all’uomo le operazioni più avanzate e meno pericolose.
Oltre i pianeti
Ma come è nata l’idea dei serpenti di Sintef? “I robot possono fare così tanto per l’uomo, dai lavori di routine alle ispezioni. Spesso però la loro fisicità non li consente di andare dietro scaffali, macchine e impianti angusti. Ed è proprio lì che si nascondono la corrosione e i problemi meno evidenti” – ha spiegato Aksel Transeth. Stando al costruttore dunque, gli snakebot potrebbero arrivare lì dove oggi l’uomo non può, per i limiti della sua struttura corporea. Inoltre, perdere tempo per spostare suppellettili e oggetti di arredamento non è uno dei compiti principali degli astronauti che galleggiano a migliaia di chilometri sopra le nostre teste. Solo un automa snello e sinuoso sarebbe in grado di aggrapparsi a strutture, analizzare comparti e verificare l’affidabilità della strumentazione. Secondo Sintef, non ci sarebbero nemmeno grossi problemi a farli lavorare all’esterno, fuori dalla navicella. “Basterà usare la stessa carrozzeria del mezzo per aggrapparsi e muoversi in qualsiasi direzione – spiegano – proprio come i veri serpenti sulla Terra”.