Referendum: sul web prevalgono i commenti a favore del No, ma il Si accorcia le distanze

Dall’analisi svolta da Blogmeter emerge che nelle ultime settimane i messaggi a sostegno del SI in rete aumentano, ma la grande maggioranza degli utenti che si esprimono sul referendum (60%) sono per il NO

Gli italiani si apprestano a votare in merito al referendum costituzionale del 4 dicembre, ma molti di coloro che usano internet hanno già fatto sentire la propria voce pubblicamente attraverso il web. Blogmeter ha raccolto e analizzato questi commenti spontanei per cogliere trend e umori a pochi giorni dal voto.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Nel periodo che va dal 24 settembre al 1 dicembre, Blogmeter ha raccolto 4 milioni di messaggi pubblici sul tema referendum, lasciati da più di 800.000 utenti, che hanno generato oltre 25 milioni di interazioni (+140% rispetto al mese precedente) sui social media (like, retweet, commenti, visualizzazioni, ecc…) e 335 milioni di visualizzazioni uniche. Il mese di novembre rispetto al precedente ha fatto segnare un aumento considerevole delle conversazioni del 75% e delle interazioni del 140%.

Il 54% di questi messaggi è stato prodotto su Twitter, il 36% su Facebook, il 6% dai siti di notizie e il restante è frammentato tra altre piattaforme. Se invece si guarda alle interazioni generate si scopre che ben il 75% di esse è avvenuto su Facebook, il 11% su Twitter, il 9% su YouTube, il 5% su Instagram.

Grazie alle proprie tecnologie di analisi semantica dei Big Data, Blogmeter è stata anche in grado di individuare le opinioni espresse spontaneamente dagli italiani in oltre 1,8 milioni di messaggi. Analizzando l’intero periodo emerge che il 60% degli utenti che parlano del referendum hanno pubblicato commenti a favore del NO mentre il 40% lo ha fatto per il SI. “Ma – spiega Vincenzo Cosenza, senior strategist di Blogmeter – se si guarda l’evoluzione nel tempo si nota come negli ultimi giorni i sostenitori del SI in rete siano cresciuti. Siamo passati da un divario tra gli autori unici per il NO e quelli per il SI del 37% a inizio ottobre fino ad un 10% negli ultimi quattro giorni”.

Leggi anche:  Meta spinge sul fediverso a partire dal social Threads

I concetti più ricorrenti nei messaggi di coloro che sono contro la riforma riguardano l’occasione di mandare a casa il governo Renzi e la questione dell’immunità parlamentare per i consiglieri regionali. Gli hashtag e i termini più citati sono stati: “#iovotono”, “votare” e “renzi”.

I favorevoli, invece, concentrano l’attenzione sulla riduzione dei costi della politica e sui benefici derivanti dall’abolizione del bicameralismo paritario. Gli hashtag e i termini più usati sono stati “#bastunsi”, “votare” e “vincere”.

L’analisi dei contenuti più virali in rete evidenzia il successo dei video. Su Facebook hanno successo quelli promossi dai partiti e dai politici. In particolare quello del Movimento 5 Stelle che mostra la manifestazione per il NO a Roma (2,4 milioni di visualizzazioni) e lo spot “Si riparte” pubblicato da Matteo Renzi (2 milioni di visualizzazioni).

Su YouTube, ambiente preferito dai più giovani, emergono quelli “non ufficiali” di stampo divulgativo e umoristico. Esempio del primo tipo è “Il referendum costituzionale riassunto e spiegato semplicemente” dello “youtuber” Alessandro Masala, che ha generato oltre 450.000 visualizzazioni. Tra i secondi si segnala “Referendum 2016 Hai notato che…” dei Daniele Doesn’t Matter con oltre 150.000 visualizzazioni.