
Si stringe il cerchio intorno agli smartphone della Mela che hanno evidenziato problemi di combustione. Ma l’azienda replica: “Non c’è da preoccuparsi”
Se il clamoroso danno che il Galaxy Note7 ha provocato a Samsung è servito a qualcosa, questo sta nel fatto di aver innalzato il livello di coscienza intorno ai serrati processi di produzione dei nuovi dispositivi mobili. Troppo spesso ci si concentra sul vantaggio di presentare un nuovo prodotto qualche mese prima del rivale per assicurarsi un vantaggio economico, dimenticandosi che ciò che guida le scelte dei consumatori non sono solo design e funzioni ma anche la sicurezza di avere tra le mani un terminale affidabile, sia dal punto di vista hardware che software.
Casa Apple
Per questo fanno già discutere gli otto casi di iPhone esplosi in un mese in Cina, dove la compagnia di Cupertino gode di un certo vantaggio su Google, i cui servizi sono tagliati fuori dal paese, con Android privo del Play Store e dei servizi connessi. In un ecosistema decisamente a sé come quello di Pechino, Tim Cook non può permettersi di fare un solo passo falso, con il rischio di perdere milioni di consumatori. Alla richiesta di spiegazioni da parte delle autorità nazionali, la multinazionale ha agito tempestivamente per esaminare i casi tanto da affermare come le autocombustioni avvenute di recente non abbiano nulla a che vedere con difetti di fabbricazione, visto che sono dipese da cause esterne, seppur ancora da valutare. Non sembra esservi un “Note7” in versione Apple dunque, anche se è evidente che partecipare attivamente a ogni singolo passaggio della catena produttiva sia diventato sempre più necessario da parte dei committenti per validare il lavoro di fornitori ed evitare problematiche molto costose.