Se il futuro guarda ai mondi virtuali allora serve un avatr che ci assomigli davvero. Ecco la soluzione
Non si fa altro che parlare di realtà virtuale, mondi digitali, spostamento dell’intrattenimento e dell’infotainment sul VR. Tutto vero, tutto plausibile ma se avete provato, anche una sola volta, a comunicare con qualcuno in una delle community attualmente esistenti vi sarete accorti dell’estrema standardizzazione degli avatar. Personalizzare la propria presenza online è il punto centrale di qualsiasi esperienza connessa. Pensiamo a Facebook o a quello che era MySpace o Second Life. Oltre all’esserci, era (ed è) importante presentarsi nel modo più unico possibile, per non rischiare di essere confusi con la massa. Beh, Loom.ai intende proprio evitare un rischio del genere, in ottica VR.
[ot-video type=”youtube” url=”https://www.youtube.com/watch?v=sfvVTxBj9QA”]
Come funziona
Grazie a oltre 1 milione di dollari ricevuti in fondi, la startup di San Francisco è riuscita a finalizzare una piattaforma che converte in automatico selfie in avatar tridimensionali, da usare per gli scopi più vari. La tecnologia su cui si basa usa una sorta di intelligenza artificiale che riesce a estrapolare elementi 3D da un’immagine 2D, come quelle scattate con il cellulare. “Vogliamo rendere concreta la comunicazione virtuale – ha spiegato il CEO Mahesh Ramasubramanian – tutto comincia con una singola foto che si trasforma in qualcosa di molto più espressivo”. Mahesh ha fondato Loom.ai all’inizio del 2016 e ha un passato come supervisore degli effetti della DreamWorks Animation, lavorando su progetti quali Madagascar 3 e Bhat. Ma non solo: ha preso parte anche al sistema di cattura facciale della LucasFilm, che ha reso possibile realizzare capolavori del cinema digitale come Pirati dei Caraibi, The Avengers e Tartarughe Ninja. Per provare il servizio bisogna pre-registrarsi qui.