Data Center: cosa dobbiamo aspettarci per le applicazioni Cloud-Native nel 2017?

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Kit Colbert, CTO, Cloud Platform Business Unit, VMware

VMware ha introdotto le tecnologie per le applicazioni cloud-native nel 2015, con il lancio di vSphere Integrated Container (VIC) e della piattaforma Photon, e da allora, il buzz intorno a questo modello emergente di sviluppo di applicazioni è cresciuto molto.

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Il 2016 è stato senza dubbio l’anno dei container. Con i nuovi progetti open source lanciati dai più importanti player di mercato (compresa VMware, che ha lanciato vSphere Integrated Containers come progetto open source), è innegabile il momento chiave che sta vivendo l’infrastruttura cloud-native su container.

Che cosa ha in serbo il 2017, quindi? Ecco cinque cose che ci aspettiamo di vedere.

#1: Kubernetes potrà staccarsi dal gruppo di scheduler per container

Nel 2016, abbiamo assistito a una corsa a tre in ambito scheduler per container tra Docker Swarm, Kubernetes e Mesos. Prevediamo che sarà Kubernetes a guidare il 2017. In VMware, stiamo già cominciando a vedere un crescente interesse per Kubernetes da parte degli utenti, dei vendor e della comunità open source, e, al VMworld EMEA di quest’anno, abbiamo presentato  Kubernetes as a Service sulla nostra Piattaforma Photon. Il prossimo anno, Kubernetes continuerà a staccarsi dal gruppo con sempre più utenti e implementazioni di produzione e con molte nuove caratteristiche che ne aumenteranno l’interesse da parte di un pubblico sempre più ampio.

#2: I container useranno sempre di più tecnologie di virtualizzazione

I container di oggi si basano su tecnologie integrate nel kernel di Linux, tra cui gruppi di controllo per isolare i container l’uno dall’altro sulla macchina host. Ma un certo numero di aziende sta già sperimentando l’utilizzo di sistemi operativi leggeri e funzioni di virtualizzazione in moderne CPU per avviare in modo trasparente una VM per ogni container che viene lanciato. Questo approccio potrebbe potenzialmente aumentare l’isolamento e la sicurezza dei container senza aggiungere alcun ulteriore sovraccarico, e noi pensiamo che ci sarà grande rumore intorno a questa idea il prossimo anno.

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#3: Le tecnologie di container persistence matureranno e inizieremo a vederle in produzione

Finora, la maggior parte dei container sono “senza stato” – in altre parole, i dati all’interno del container vengono distrutti quando l’istanza del container si spegne, e qualsiasi stato di applicazione deve essere conservato in un database esterno o con un altro servizio storage. Ciò è in gran parte dovuto all’immaturità delle tecnologie di container persistence disponibili oggi sul mercato. Tuttavia, con l’avvento di nuove funzionalità come PetSets di Kubernetes, di tecnologie come quelle di PortWorx, e con i nostri sforzi con Docker volume driver for vSphere, avremo presto un aumento dei livelli di maturità per le tecnologie di container persistence e potremo finalmente iniziare a vedere i container in produzione.

#4: Esploderà il numero di soluzioni per la sicurezza dei container

La sicurezza dovrebbe essere in cima ai pensieri della maggior parte degli utenti di container, poiché i container portano con sé un’ampia gamma di problemi legati alla security. Le immagini container possono includere le vecchie versioni di library con vulnerabilità di sicurezza. I container Linux condividono un kernel e hanno quindi un limite di protezione. E la sicurezza dei container in rete è ancora agli inizi. Ma c’è una luce alla fine del tunnel: con i container sempre più in produzione, le aziende chiederanno soluzioni di sicurezza per garantire che le applicazioni critiche e i dati non siano eccessivamente esposti. Un gran numero di aziende stanno lavorando su come affrontare questa domanda – VMware NSX è tra le soluzioni – e ci aspettiamo di vedere emergere alcune nuove soluzioni interessanti nei prossimi 12 mesi.

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#5: Pivotal Cloud Foundry avrà il successo che merita

Nel corso degli ultimi anni le tecnologie container hanno conquistato la scena sul mercato. Nel frattempo, la piattaforma applicativa cloud-native open source Pivotal Cloud Foundry (PCF) è rimasta in silenzio costruendo una vasta base clienti di sviluppatori e operatori cloud-native. La società ha superato la soglia dei 200.000.000 di dollari quest’anno, a dimostrazione di una crescita forte e continua. Il framework Spring Boot di Pivotal è cresciuto a un tasso astronomico, superiore a 2,5 milioni di download al mese, alimentando l’interesse per PCF come il runtime di produzione. Il prossimo anno sarà finalmente il momento in cui PCF raccoglierà il successo che merita.