VM Sistemi, l’hyper integrator a misura di cliente

Soluzioni iperconvergenti, iperintegrate e sicure. Dalla gestione documentale, all’automatizzazione dei processi, passando per la business intelligence. Come colmare il gap tra cloud e IT on premise

Iperintegrazione e iperconvergenza sono due tra le parole d’ordine più gettonate in VM Sistemi, eccellenza del territorio faentino nel settore dell’information and communication technology. «Da oltre 30 anni, sviluppiamo soluzioni ERP (Elettrix, Strike, Olpix) rivolte in particolare al comparto della distribuzione. L’installazione di questi prodotti può avvenire sia su di una infrastruttura tecnologica realizzata presso la sede del cliente oppure in modalità SaaS, curando la parte di implementazione delle risorse necessarie nel cloud» – spiega a Data Manager, Gian Domenico Ceroni, presidente di VM Sistemi.

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Performance in sicurezza

A partire da questo nucleo si sviluppa il concetto di soluzione iperintegrata implementata nel cloud come quelle sviluppate per la conservazione dei dati e la business continuity. «Seguendo la regola dei backup “3-2-1” una copia dei dati aziendali viene periodicamente salvata nel cloud attraverso una connessione sicura e criptata. Nel malaugurato caso invece di un incidente IT che rendesse inservibile l’infrastruttura informatica on premise – continua Ceroni – i managed services erogati dal nostro SOC saranno in grado di fornire al cliente un’infrastruttura virtuale in cloud per far ripartire il business in un tempo davvero limitato. Fanno parte della nostra proposta di iperintegrazione i sistemi di gestione documentale, automatizzazione dei processi e business intelligence, ideati per migliorare i flussi informativi aziendali, consentendo al cliente di valorizzare il proprio know-how, per la crescita continua della propria competitività».

Mettere a disposizione applicazioni verticali, centrate sui reali bisogni dei clienti e sicure è una delle mission di VM Sistemi. «Ogni azienda ha la propria superficie di attacco da presidiare. Ma sulla base della nostra esperienza, possiamo dire che la verticalizzazione delle applicazioni non determina un aumento della sua esposizione, anzi tutt’altro» – afferma Ceroni. «A patto naturalmente di dotarsi di policy di sicurezza efficaci». Il tema spesso dibattuto delle reali capacità di fare proprie le tecnologie digitali da parte delle aziende italiane, soprattutto quelle più piccole, rappresenta per VM Sistemi un’occasione da cogliere. «Per ragioni di costi e benefici riteniamo che la nostra proposta di innovazione non deve necessariamente essere costituita dal best of breed di ogni singolo componente» – rileva Bruno Camaggi, vicepresidente di VM Sistemi.

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L’approccio vincente

«A nostro parere l’approccio vincente è quello di privilegiare una valutazione attenta delle necessità del cliente puntando su soluzioni scalabili secondo un concetto di “pay as you grow”. Per esempio, nel caso di infrastrutture data center, riteniamo ideali le soluzioni “iperconvergenti”, con le quali offrire vantaggi in termini di semplicità di utilizzo, compatibilità, alta scalabilità e, soprattutto, costi contenuti. In generale, ci proponiamo come hyper integrator, con competenze e servizi in grado di “mascherare” la complessità dei sistemi ICT, mediante soluzioni ritagliate sulle esigenze operative e di budget di ogni singola azienda» – spiega Camaggi. Anche per quanto riguarda la sicurezza. Un tema che può essere governato dalle aziende solo con un deciso cambio di strategia. «Oggi, non è più sufficiente erigere barriere a protezione dei punti di accesso alla rete aziendale. Servono invece strumenti SIEM (Security Information and Event Management), che consentano di supervisionare in modo intelligente il rispetto delle policy, i comportamenti degli utenti e quanto rilevato dai prodotti di sicurezza installati. Soluzioni in grado di normalizzare, correlare e interpretare i dati corrispondenti agli eventi dell’intera infrastruttura IT. Per noi SIEM significa QRadar, la piattaforma di security intelligence di IBM che consente di mitigare la perdita o la fuoriuscita di dati aziendali, oltre che di investigare a posteriori il “chi, cosa e dove”» – conclude Camaggi.