Novità tecnologiche e applicazioni del futuro: il mondo della ricerca italiana alla Conferenza GARR. In tre giorni, circa 50 presentazioni sui temi: Open Data, Smart city, Digital Cultural Heritage, competenze digitali
A Firenze dal 30 novembre al 2 dicembre, la comunità italiana dell’istruzione e della ricerca si incontra alla conferenza GARR, per mostrare le applicazioni e i nuovi scenari possibili attraverso l’uso della rete.
Come sempre, la multidisciplinarità è al centro della scena: il filo conduttore dell’edizione di quest’anno sarà il ruolo della rete come spazio aperto di condivisione e creazione di nuova scienza e cultura.
Ospitata dall’Università degli Studi di Firenze, la Conferenza GARR 2016 dal titolo “The CreActive Network”, ha in programma diversi temi: dai modelli innovativi per insegnare le competenze del futuro agli Open data, dall’Internet of Things al patrimonio culturale digitale, dal Cloud computing alle Smart city.
Tra i keynote speaker: Walter Quattrociocchi dell’IMT di Lucca, esperto di scienze sociali computazionali che parlerà di come le notizie si diffondono attraverso i social media e dei problemi legati all’”era della disinformazione”; Flavia Marzano, Assessora Roma semplice al Comune di Roma che aprirà la sessione dedicata alle Smart city; Valerio Pagliarino, 16 anni, vincitore dello European Union Contest for Young Scientists con un progetto chiamato LaserWan, per portare la connessione Internet ad alta velocità anche in luoghi isolati e remoti grazie all’uso di raggi infrarossi.
La Conferenza sarà aperta dall’intervento del presidente del GARR, Sauro Longhi, Rettore dell’Università Politecnica delle Marche ed esperto sui temi dell’Internet of Things.
Circa 50 gli interventi con speaker provenienti da università italiane e internazionali, enti di ricerca e PA.
Grazie alla rete, comunità diverse possono incontrarsi e dar vita a collaborazioni realmente interdisciplinari, trovare e condividere dati e servizi, applicare al proprio settore metodi ed idee usati in altri campi, dare vita alle creazioni più svariate: esperimenti scientifici, esposizioni virtuali, performance dal vivo. All’interno di questo spazio stimolante e aperto si creano e si diffondono nuove competenze contribuendo a superare i molti tipi di divario digitale che ancora esistono in Italia e altrove.
La conferenza darà spazio alla presentazione di casi di successo e a interessanti problematiche a cui si richiede risposta. Si parte con la realtà virtuale applicata alle arti e alle performance dal vivo: con esperienze di teatro distribuito su più luoghi, video mapping per la valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico e a progetti mirati all’interazione fisica con gli oggetti virtuali per creare percezioni reali negli utenti.
Diverse presentazioni affrontano il tema della co-creazione: nell’ambito della formazione, Riccardo Iaconelli ci parla di WikiToLearn, progetto nato da un gruppo di studenti che hanno realizzato una sorta di “Wikipedia degli studenti”, ovvero una piattaforma per la creazione di libri di testo collaborativi. Nell’ambito del patrimonio culturale e geografico la condivisione di contenuti permette la realizzazione di viaggi virtuali in realtà aumentata da Venezia alle Dolomiti, fino alle coste della Sardegna attraverso i progetti di Victoria Szabo della Duke University, Stefania Zardini Lacedelli dell’Università di Leicester e Luigi Serra del CNR-ISEM.
Si parlerà di Big Data e social media con Paolo Nesi dell’Università di Firenze, che attraverso Twitter Vigilance permette a ricercatori ed analisti di effettuare analisi e ricerche su dati derivati da Twitter riferiti ad aree tematiche molto diverse, come ambiente e meteo, disastro ambientale, farmacologia, servizi smart city, turismo, cultura.
Riuso e condivisione di dati in formato open sono i principi che hanno portato a realizzare la rete delle biobanche veterinarie nazionali, progetto presentato da Giorgio Bontempi dell’IZS della Lombardia e dell’Emilia-Romagna.
Dal punto di vista tecnologico una delle più interessanti prospettive future è aperta dal lavoro di Giampaolo Susanna dell’ISCOM che, con Organic VThe CreActive Network,isible Light Communication (O-VLC), punta ad utilizzare le frequenze della luce a led presente nelle abitazioni come sistema di trasmissione wireless per l’Internet delle cose. Un sistema assolutamente sicuro, flessibile e low-cost.
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