Telegram lancia Telegraph, piattaforma di publishing simile a Medium

L’app di messaggistica debutta sulla produzione di contenuti con un focus sull’anonimato: tutti possono pubblicare senza avere un account

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Cosa c’entra un servizio di chat con un sito che fa il verso ai blog? Ben poco se ci si ferma alla mera produzione di articoli. Telegram, famosa per esser diventata la controparte privacy-oriented di WhatsApp (che pure si è decisa a introdurre la crittografia) ha lanciato Telegraph, un tool online per la creazione e la pubblicazione di post. La cosa interessante, che la differenzia da piattaforme più conosciute come Medium e Quip, è che chiunque può scrivere e condividere qualcosa, senza essere registrato e usando qualsiasi nome o pseudonimo. Una strategia che segue la linea dell’anonimato come unico modo per difendere la libertà di parola in paesi dove basta poco per causare repressioni da parte del governo verso oppositori e attivisti.

Come funziona

Descritto come uno strumento che semplifica la veicolazione di notizie in rete, Telegraph non è certo privo di rischi. In tempi i cui i big del web combattono con ogni mezzo le bufale divulgate su internet, non sarà difficile leggere sul nuovo portale commenti di Barack Obama, Donald Trump, magari Mark Zuckerberg o Matteo Renzi, senza che siano davvero loro ad averli scritti. Difesa della privacy o della veridicità dei contenuti diffusi sull’etere digitale? A quanto pare Telegram non ha dubbi, avendo scelto la prima strada ma è chiaro che gli utenti non dovranno prendere con leggerezza ciò che passa davanti ai loro occhi. Inoltre, vista l’assenza di un login, l’unico metodo per editare un articolo già pubblicato è sfruttare i cookie, quindi chi naviga in modalità incognito oppure svuota spesso la cache potrà dire addio alla funzione di modifica e alla possibilità di cancellare quanto scritto.

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