Esce oggi nelle sale italiane il film sulla gola profonda del Datagate che nei giorni scorsi si è viso negare la grazia dal presidente uscente
Potrebbe ancora intervenire per far valere il suo potere presidenziale, eppure Barack Obama non lo farà. Il presidente uscente non ha mai nascosto il suo sconcerto in merito ai fatti del Datagate, senza tuttavia considerare l’eventualità di concedere a Edward Snowden il perdono giuridico, che li permetterebbe di lasciare la Russia e tornare in patria. Da ben tre anni infatti, il giovane americano si aggira per il freddo paese nordeuropeo, per capire cosa ne sarà della sua vita qualora si dovesse muovere qualcosa nei complessi sistemi gerarchici del governo USA e della sicurezza nazionale che fa capo a Washington. Le speranze, per Snowden, di ricevere la tanta discussa grazia si allontanano sempre di più e la prospettiva di Trump alla Casa Bianca causano uno sconforto maggiore nei sostenitori della gola profonda, la cui storia arriva oggi nei cinema italiani con il film Snowden girato da Oliver Stone.
Democratici o Repubblicani: la storia non cambia
Come anticipato dunque, la situazione si fa sempre più critica, visto che da sempre Trump si è detto favorevole a un controllo serrato della rete a scopo difensivo, necessario per migliorare la strategia dell’Intelligence americana. Ciò vorrà dire potenziare ulteriormente i programmi avviati prima dell’11 settembre e incentivati a seguito degli attacchi di Al Qaeda e negli ultimi tempi dell’Isis, il nemico comune che avvicina sempre più Stati Uniti e Russia. E proprio Putin, che si era offerto come difensore del sapere conservato da Snowden, potrebbe adesso fare un passo indietro, consegnando la talpa all’amico Trump o semplicemente non rinnovandoli il visto di asilo politico, in scadenza il 31 luglio 2016.