Circa 700 milioni di dispositivi Android presentano una backdoor da cui vengono trasmessi in Cina dati personali degli utenti
La Cina si sa non è particolarmente attenta alla privacy dei suoi cittadini ma pare che anche altri utenti di altri Paesi siano finiti inconsapevolmente preda di spionaggio da parte di Pechino. I ricercatori di Kryptowire hanno scoperto una backdoor all’interno di alcuni smartphone Android di fascia bassa che trasferiva ogni 24/72 ore numerosi dati privati dei possessori del dispositivo ad alcuni server posti a Shangai. Tra le informazioni rubate figurano messaggi, contatti, registri delle chiamate e dati sulla posizione.
Il New York Times ha scoperto che la backdoor è stata realizzata dall’azienda cinese Shanghai AdUps Technologies per tracciare gli utenti a scopo pubblicitario ed è stata installata non solo sugli smartphone ma anche su altri dispositivi elettronici per un totale di 700 milioni di terminali. Il software era stato inizialmente pensato solo per il mercato cinese ma per errore è stato integrato anche in alcuni terminali di Huawei, ZTE e del produttore statunitense BLU. Le autorità USA stanno ora indagando sulla questione per scoprire se la funzione è stata utilizzata per scopo commerciale o per violare deliberatamente la privacy di milioni di utenti Android. Google dal canto suo ha chiesto all’azienda creatrice della backdoor di eliminarla da tutti gli smartphone che utilizzano servizi come Google Play. In Cina il problema non si pone nemmeno in quanto il negozio di app di Big G non è accessibile.