Fujitsu, declinare la digital transformation

Al tradizionale appuntamento di metà novembre, l’azienda pone l’accento sulle soluzioni per affrontare al meglio la disruption in atto, che cambierà sempre più tutti i business in ottica digitale

 

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Monaco di Baviera – “Praticamente tutte le organizzazioni e le aziende come le conosciamo oggi sono destinate a cambiare nell’arco dei prossimi cinque anni”: Duncan Tait, executive vice president e responsabile dell’area Emeia e Americhe di Fujitsu, non ha scelto scorciatoie per definire gli effetti della digital transformation in atto. L’occasione era il keynote di apertura del Fujitsu Forum, definito come il più grande evento europeo organizzato da un vendor IT, che si è tenuto nella Fiera di Monaco a metà novembre, alla presenza di oltre 12.000 persone tra clienti e partner di Fujitsu. “La digital transformation è un fenomeno che riguarda tutto e tutti, e la rivoluzione che sta determinando cambierà il modo in cui lavoriamo, creiamo, inventiamo e collaboriamo”, ha proseguito Tait, prendendo le mosse anche da una recente ricerca commissionata da Fujitsu e svolta a livello globale sul tema della rivoluzione digitale.

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Evolvere nel mondo digitale

Più della metà degli intervistati (52%) ritiene che la rivoluzione digitale farà sì che entro il 2021 le rispettive aziende non esisteranno più nella loro forma attuale, mentre quasi tutti (98%) dichiarano che le rispettive aziende hanno già subito un impatto dalla rivoluzione digitale e continueranno a subirlo anche in futuro. Non solo: il 92% ha riconosciuto la necessità per le aziende di evolvere nel mondo digitale, mentre il 75% ritiene che il proprio settore sia destinato a cambiare profondamente entro i prossimi cinque anni. Non a caso, Duncan Tait ha sottolineato che alla trasformazione non si sottrae neppure la stessa Fujitsu: “stiamo cambiando anche noi, quasi sotto i vostri occhi, e nel frattempo stiamo crescendo, come ci siamo impegnati a fare con i nostri azionisti, in una direzione strategica che comporta anche un bilanciamento del nostro fatturato tra Giappone e resto del mondo, che oggi è circa 60-40 e che a tendere sarà 50-50”. Spiegando che “nella visione di Fujitsu la digital transformation non consiste in una singola tecnologia ma in un insieme di tecnologie e di servizi che devono essere connessi tra loro”, Tait ha individuato quattro focus principali su cui sviluppare l’attenzione: Internet of Things (IoT), intelligenza artificiale (AI), cloud e sicurezza.

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Nuove piattaforme

E a Monaco non sono mancati gli esempi concreti per ciascuna di queste aree, a partire dalla nuova Cloud IoT Platform: basata su Cloud Service K5, la nuova soluzione semplifica e accelera la progettazione, il delivery e la gestione di soluzioni IoT di livello enterprise. Scopo dichiarato della nuova piattaforma è quello di eliminare la complessità delle installazioni IoT tradizionali e di rendere facilmente accessibili i dati di business provenienti da più fonti, per integrarli in tutte le aree e nei processi di business fondamentali. La stessa piattaforma Fujitsu Cloud Service K5, annunciata qualche mese fa come elemento chiave della strategia di cloud enablement e trasformazione digitale, è stata oggetto di ampliamenti, per offrire una gamma ancora più ampia di scelte in termini di regioni e sedi di residenza dei dati, anche allo scopo di rispettare gli obblighi normativi inerenti la gestione delle informazioni sensibili. Di rilievo anche gli annunci in tema di sicurezza: a Monaco, Fujitsu ha infatti annunciato l’istituzione di una nuova divisione dedicata alla Cybersecurity per la regione Emeia, cioè Europa, Medio Oriente, India e Africa.

Focus sull’IT ibrido

Ma è soprattutto il cloud ibrido, nella declinazione di “hybrid IT”, come si preferisce chiamarla in Fujitsu, il focus dell’azienda, come ha sottolineato in una conversazione con Data Manager Mark Phillips, responsabile dell’area Hybrid IT per l’area Emeia. “Non possiamo pensare che tutte le aziende possano andare sul cloud pubblico, ma bisogna considerare bene le diversità tra i vari settori verticali: il Finance, per esempio, ha esigenze ben definite rispetto al Manufacturing oppure al pubblico”, ha spiegato Phillips, citando il caso del Ministero della Difesa britannico che ha recentemente portato sul cloud pubblico 2.600 utenti. Phillips ha anche sottolineato che “l’IT ibrido fa parte del nostro core business, e sarà sempre un ambito fondamentale, alla luce del fatto che i settori di business si muovono a velocità differenti. E visto che i sistemi legacy non possono certo essere eliminati di colpo, la scelta migliore è quella di assecondare i due trend principali, ovvero da una parte la migrazione delle piattaforma legacy verso il cloud, e dall’altra la connessione dei dati legacy sul cloud”.

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La digital conversation

Infine, il cambiamento in atto ha trovato un interessante punto di vista nella chiacchierata che Data Manager ha avuto con Ravi Krishnamoorthi, SVP & Head of Business Applications Services (BAS) di Fujitsu Emeia, che ha sottolineato la crescente importanza per le aziende dell’avere una “conversazione digitale” con i propri clienti. È anche per questo che dall’aprile scorso Fujitsu ha istituito la divisione BAS, “che sta già dando ottimi risultati nella diffusione di best practice”, ha spiegato Krishnamoorthi, sottolineando che in Italia “c’è una buona infrastruttura generale ma manca ancora un discorso organico sulla digital transformation: le prospettive sono buone per le banche, il settore pubblico e quello dei trasporti”. Quello che è da rilevare è che “ci sono numerose conversazioni in corso, anche perché sta cominciando a essere comunemente accettato il cambio di vision: se prima si parlava solo con le persone dell’IT, oggi non si parla più solo con il CIO, ma anche con le persone del business, ed è proprio questo che fa la digital conversation. Che non riguarda solo la tecnologia ma va verso la cultura, in un viaggio in continua evoluzione che presuppone anche l’ingresso di nuovi e diversi talenti in azienda: io stesso sono in Fujitsu da circa un anno”, ha concluso Ravi Krishnamoorthi.