Smart city, connettere le “cose” e le persone

Una nuova geografia senza confini in cui le smart city diventano piattaforme per lo sviluppo

Smart city e IoT. Dalla semplicità di un irrigatore o di un termostato alla complessità di una moderna fabbrica, ogni “cosa” che esiste nel mondo reale avrà la capacità di essere connessa, di interagire con altre, di produrre dati e operare automaticamente in un sistema che annulla le differenze tra mondo fisico e digitale. L’Internet of Things (IoT) riscriverà i piani di governo del territorio. Le smart city si stanno già trasformando in computer estesi. L’estrazione, la correlazione, l’archiviazione e l’analisi dei dati diventano funzioni dei nuovi piani regolatori. La Rete e l’integrazione delle informazioni dettano i nuovi modello di progettazione. Ogni access point diventa punto di aggregazione di informazioni che monitorano stili di uso, consumi e bisogni che vengono rielaborati per fornire servizi ad alto valore.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

L’evoluzione del Machine-to-machine (M2M) in ambito IoT grazie al supporto del cloud e degli analytics consentirà di offrire servizi sempre più innovativi e nuovi standard sulle performance di processo, l’organizzazione del lavoro, la gestione dei processi produttivi in tutti i settori, dall’industria manifatturiera all’edilizia, passando per i trasporti, la sanità, il commercio, il turismo e l’agricoltura di precisione. Alla malta e ai mattoni si sostituisce un impasto di fibre ottiche, capacità di calcolo, sensori e Big Data. Questo impasto è la piattaforma su cui innestare nuove regole di governance con un approccio citizen-centric, perché la realtà è diversa dalla somma delle singole parti. Connettività, standardizzazione, governance solo le parole chiave come ha spiegato Daniela Rao, senior consulting & research director di IDC Italia, mettendo in fila le cifre di un mercato europeo molto frammentato. Ma occorre anche una regia unica, collaborazione tra pubblico e privato, trasparenza e un approccio open ai dati.

Smart city & IoT, un nuovo continente che sta nascendo

Le separazioni tradizionali tra spazio fisico e spazio virtuale, tra luogo del lavoro e del tempo libero, tra alto e basso, tra centro e periferia saranno completamente ridisegnate. Così, periferico diventa sinonimo di tutto ciò che non è connesso – e centrale, di tutto ciò che può essere collegato alla rete. Grazie all’IoT si possono utilizzare meglio le risorse per ridurre i consumi e far lavorare meglio le persone. Si può progettare la mobilità sulla base dei dati e rendere gli edifici più smart. Parcheggi, Acqua, Ambiente, Spazzatura, Trasporti, Industria, Logistica, Sanità, Sicurezza, Legalità: i sensori dotati di intelligenza a bordo sono i nuovi mattoni. Con una peculiarità. La città intelligente è anche invisibile perché sono i comportamenti che influenzano lo sviluppo. Ma c’è differenza tra capacità di controllo attraverso una rete di sensori e la capacità di governare un fenomeno complesso, per prendere decisioni anche politiche da cui derivano conseguenze di tipo economico. Sta nascendo una nuova geografia senza confini, dove i territori si aggregano, superando il concetto di contiguità fisica. La “smart city” non può essere circondata da “fossati”, non può ridursi alla semplice applicazione e neppure a un indice delle performance. Da New York a Milano, da Torino alla Coruña in Spagna, i grandi sistemi urbani diventano piattaforme dove si innestano servizi, nuovi modi di vivere, lavorare e produrre. Ma come si governa questo nuovo continente che sta nascendo? Ce lo hanno spiegato: UniCredit Business Integrated Solutions, A2A, Centro Medico Santagostino, CLUSIT, Comune di Torino, Lombardia Informatica, Start Romagna, Urbano Creativo, Indra e Orange Business Italy.

Leggi anche:  Sanità digitale, la svolta possibile

smart-city-tavolo

Indra, smart city dalla teoria alla pratica

L’approccio olistico di Indra alla città Intelligente parte dal presupposto che dare “soluzioni semplici” a fenomeni complessi è una pretesa illusoria e forse anche pericolosa perché contribuisce ad aumentare la rigidità e riduce i fenomeni alla somma delle singole parti, quando invece sono le correlazioni e le retroazioni che ci aiutano a leggere la realtà in modo veramente intelligente, come ha detto Eros Buffo, responsabile Centri di Competenze Smart Platforms di Indra in ItaliaSOFIA2 è la soluzione IoT e Big Data di Indra per ottenere la gestione completa e trasversale della città: un ponte tra mondo fisico e mondo virtuale che permette di aumentare non solo l’experience dei cittadini (consumatori, utilizzatori, elettori) ma di governare meglio i servizi urbani, la sicurezza, la partecipazione e il processo decisionale degli amministratori pubblici. «Il concetto di città intelligente non coincide con la soluzione verticale ma è un modello tecnologico e organizzativo che deve mettere al centro a condivisione delle informazioni, delle decisioni e delle responsabilità tra i diversi sottosistemi. Una città connessa è una luogo più attrattivo capace di essere un volano economico. Le città devono evolversi verso un modello di gestione di maggiore qualità ed efficienza: non la soluzione che risolve il problema singolo ma la piattaforma condivisa che moltiplica le opportunità. Perché il “cervello” di una città ha bisogno anche di molte braccia».

indra_eros-buffo

Orange Business Services, un ecosistema integrato per le smart city

Siamo solo all’inizio, ma l’IoT permette di seminare di buone pratiche le città, senza dimenticare che anche il cittadino deve essere considerato un punto di contatto centrale. Gli orizzonti applicativi sono in continua evoluzione e gli oggetti intorno sono destinati a diventare “nodi di rete” capaci di elaborare i segnali e dialogare con macchine, device, piattaforme e sistemi intelligenti. «Un paese per lo sviluppo ha bisogno di piattaforme per la crescita digitale, ma anche di nuovi modelli di business e collaborazione. La connettività è sempre più dinamica e la rete, sempre più software defined sarà la chiave di volta per i nuovi servizi» – spiega Gianluca Salvaneschi, head of Strategic Business Development & IoT South & Central Europe di Orange Business Services. «I sensori giocheranno un ruolo importante nel processo di pianificazione e governance delle città. Il trasporto è forse una delle più grandi sfide delle città moderne, ma non è l’unico flusso che può essere gestito al meglio. Pensiamo al consumo di energia e di acqua, oppure al monitoraggio dell’ambiente e alla raccolta intelligente dei rifiuti. Questi dati devono essere raccolti, analizzati in streaming e gestiti in sicurezza. E questa è l’altra sfida. Perché sono i sistemi legacy che frenano i cambiamenti di paradigma».

Leggi anche:  Sviluppare un’efficace data governance nel settore manifatturiero

salvaneschi_orange