Migliaia di store online a rischio hacker

La scoperta è di uno sviluppatore olandese che ha lanciato l’allarme circa i siti di e-commerce che usano la piattaforma Magento

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Ci sarebbero almeno 6.000 siti web tra quelli che Willem de Groot ha analizzato e ritenuto compromessi dagli hacker. Il ricercatore di sicurezza olandese ha infatti individuato una crescente forma di crimine con cui gli aggressori possono puntare i portali di commercio elettronico, bucando i controlli e rubando i dati di pagamento. In che modo? Attraverso una serie di script, possono catturare e replicare vere e proprie carte di credito usate per lo shopping online e da inviare poi a una base centrale in Russia. Tra i siti più colpiti ci sarebbe quello dello US National Republican Senatorial Commitee, meta preferita da fan ed elettori, che sono soliti acquistare merchandising e offrire donazioni direttamente dai propri conti. Nello specifico, il sito store.nrsc.org accoglie in media 340 mila visitatori al mese, di cui almeno l’1% vittima degli hacker, pari circa a 3.500 utenti unici compromessi.

Come funziona

La tecnica di cui parla il ricercatore è conosciuta come “skimming”, simile almeno concettualmente a quanto avviene nei pressi degli sportelli di credito fisici (gli ATM), dove i criminali piazzano degli skimmer nelle fessure d’ingresso delle carte, per copiare il codice numerico in rilievo (non il chip) ed effettuare acquisti online, utili a riciclare i soldi con la vendita a terzi della merce. Lo skimming sul web prevede l’installazione di uno script, che preleva in automatico le informazioni dei navigatori. Ci riesce grazie a una falla presente nell’ultima versione di Magento, la piattaforma di e-commerce usata dai siti inseriti da Groot nella lista di quelli vulnerabili, circa 6.000 appunto. I primi utilizzi illeciti dei portali risalgono a maggio dello scorso anno, dunque secondo l’esperto ci dovremmo aspettare un database più ampio delle possibili vittime. La soluzione? Un occhio sempre vigile al proprio conto e una veloce denuncia nel caso qualcosa, sotto la voce “spese”, non dovesse tornare. Intanto i principali siti hanno già patchato la falla (o lo stanno facendo), così da chiudere ogni piccolo spiraglio ai malviventi.

Leggi anche:  Le infrastrutture critiche nazionali sono sempre più privatizzate: una protezione Zero Trust è fondamentale