EY, Esri e TomTom spiegano perché la Location Intelligence è uno dei fondamentali motori di crescita della Digital Transformation
App per smartphone, siti web, servizi di mobilità cittadina e di informazione urbana. Tanti dei contenuti a cui accediamo oggi dipendono dalla cartografia digitale. Non parliamo solo di Google Maps ma anche di digital economy, delle esperienze nei retail, turismo, ristorazione. La localizzazione georeferenziata è un business in continuo aumento, che procede di pari passo con la crescita dei dispositivi personali che semplificano l’accesso a internet.
Tanto dipende dai cellulari, è vero, ma il futuro non è molto diverso se dietro l’angolo ci sono automobili che comunicano ogni secondo con la rete, l’Internet delle Cose che, senza quest’ultima, tornerebbe a essere un ammasso di gadget passivi e le smart city, così profondamente desiderose di innovazione. Insomma, le declinazioni dell’informazione geografica 2.0 (ma anche 3.0) sono davvero numerose ed è dunque giusto farne il punto con i player principali del mercato. Ne hanno discusso, durante l’evento “Digital transformation e location analytics” EY, Esri e TomTom.
Ad aprire i lavori è Alessandro Olivari, Senior Manager Advisory di EY: “L’informazione geografica è un valore reale. In quanto tale, non può essere semplicemente integrato in sistemi attuali senza cambiare i modelli di business su cui un’azienda si basa. Diventare digitali è questo: considerare come le soluzioni di Location Intelligence possano migliorare la fornitura di un servizio, partendo dalle esigenze delle persone e preparandosi a cambiare la propria strategia. I vari Car2GO, Bla Bla Car e Uber lo hanno fatto.
Proprio Car2GO ha portato in sala la sua esperienza con Giovanni Mestrello, responsabile dello sviluppo: “Ogni secondo e mezzo viene noleggiata una Car2Go in una parte del mondo. Questo dato primario, unito a quello che racconta di 30 città e 3 continenti raggiunti, spiega il successo di un’idea, unito a quello dell’intera compagnia. Ci vuole passione ma anche un know-how profondo del luogo in cui si va a operare. Il car sharing non è applicabile ovunque, con lo stesso successo. Lanciarsi a Milano è diverso che a Firenze, per ovvie ragioni dimensionali. Perciò bisogna studiare, nel dettaglio, il contesto di riferimento, per essere sicuri di offrire la risposta migliore a specifiche richieste. Per noi, si traduce nell’analisi di ogni singolo punto sulla mappa, sia in termini di revenue che di performance. Particolarmente in Italia i clienti ci hanno dato ragione: Milano è la città che meglio ha risposto all’introduzione di Car2Go, un elemento di soddisfazione e orgoglio”.
Come spiega Raffaele Vitale, EY Partner (MED Customer domain leader) gran parte dell’informazione geografica passa per lo schermo di un cellulare: “Il 64% del tempo speso su internet oggi avviene da mobile. Ne consegue che anche il budget advertising ha imparato a puntare sul messaggio via smartphone. In Italia è di 700 milioni di euro il valore della pubblicità veicolata agli utenti mobili, un ambito maturo, più di quanto si credi. Misurare il potenziale territoriale è dunque divenuto fondamentale per aziende operanti in settori differenti. Saper ottenere, gestire e sfruttare l’informazione geolocalizzata non è solo un elemento accessorio ma quanto mai necessario”.
Ma, tornando ai Big Data, non si può prescindere dal pensiero del professor Euro Beinat, accademico e Technology executive, esperto di rilevazioni empiriche su trend di massa: “Il comportamento umano, di per sé, non è prevedibile, non senza dati analitici. La localizzazione rappresenta una chiave di volta molto importante per abilitare piattaforme di significato davvero utili a livello globale. Pensiamo ai big data connessi ai comportamenti “migratori” dei turisti in Italia, che permettono di ricostruire modelli strategici di alto valore per enti pubblici e compagnie private. Ma non solo: la georeferenzialità può rispondere alle necessità di controllo del territorio, della salvaguardia di opere d’arte e, in generale, di tutti quelli ambiti dove circolano un bel po’ di persone”.
Esri, EY e TomTom raccontano la Location Intelligence #georeference pic.twitter.com/mpPtqQkjIk
— Data Manager Online (@datamanager_it) 26 ottobre 2016
Ma in che modo la Location Intelligence potenzia i processi decisionali in ottica Digital Transformation? A rispondere è Emilio Misuriello, Amministratore Delegato di Esri Italia: “Da sempre ci occupiamo di sistemi territoriali. Abbiamo scommesso dal 1969 sull’importanza di saper dare senso a cosa racconta e descrive il territorio e, giunti a questo punto, possiamo dire di averci visto lungo. Quando si parla di trasformazione digitale non bisogna prendere in considerazione solo il cambio di vision di una compagnia ma anche i modi con cui, lo switch, si traduce nell’operatività quotidiana. Il dato geografico è un vettore di evoluzione che la maggior parte dei player possono adottare, in qualsiasi contesto di riferimento. È ciò che aiuta i decisori a integrare nei loro progetti, soluzioni avanzate di gestione geografica, recepite in maniera positiva sia dai partner che dai clienti finali. La versatilità delle applicazioni che usano una qualsiasi tipologia di mappa spiega il successo di un elemento che avevamo già sotto gli occhi e che andava solo implementato in strutture esistenti. Ma non siamo giunti al termine del percorso: per questo cerchiamo continuamente forze giovani, che portino in azienda idee dirompenti e qualificate”.
A termine della tavola rotonda, alcuni casi studio hanno ulteriormente confermato il vantaggio, nei confronti dei competitor, acquisito da chi ha scelto la geografia digitale come base del proprio percorso di capitalizzazione. Stefano Parisi, Managing Director South Europe di Bridgestone, ha descritto l’intelligenza geografica nella strategia di sviluppo di un network, paragonandola al gioco del Risiko; Simona Ratti, Activactions Assurance, Management & Planning di SKY Italia, ha invece raccontato come misurare e prevedere la sostenibilità dei partner SKY Service con la geolocalizzazione mentre Raffaella Chiocchini, Tecnologo Istat, ha spiegato i trend di trasformazione metodologica nella rilevazione statistica dell’ente, con l’uso della Location Intelligence.