Euklid, startup italiana nel tempio londinese del fintech, sta riscrivendo il “codice” della trading room. Puntando sui robot come garanti di trasparenza ed equità
Vision parla per la seconda volta di intelligenza artificiale (AI) ma sarà meglio farci l’abitudine: il tema non potrebbe essere più rovente e le sue implicazioni tecnologiche, economiche e sociali saranno, forse sono già adesso, epocali. Per raccontare l’AI applicata al riconoscimento del linguaggio naturale, Data Manager aveva dovuto fare un viaggio nella Silicon Valley, ma oggi si parla di trading automatico, cryptocurrency, blockchain, servizi bancari ibridi, insomma di “fintech” e la capitale globale non può che essere Londra, in uno dei suoi tanti quartieri simbolo: la marina fluviale di Canary Wharf, dove svettano i grattacieli in cui hanno sede le maggiori banche del mondo e dove “covano” le idee più avanzate per una finanza governata – addirittura al 100% nel caso di Euklid, protagonista di questa puntata – dalla tecnologia. «Euklid è italianissima, ma qui a Londra abbiamo trovato l’ecosistema giusto» – racconta il co-fondatore e CEO, Antonio Simeone. «Possiamo aprirci ai nuovi investitori e far leva su un sistema finanziario che funziona benissimo e non pone ostacoli regolamentari». Anzi, fa di tutto per appianarli, come la “regulatory sandbox” un piano di temporanea deregulation (con opportune reti protettive per i consumatori) che la Financial Conduct Authority ha messo a punto per stimolare la nascita di startup tecnologiche finanziarie e lo sviluppo di prodotti innovativi.
Non è neppure la prima volta che Vision incrocia i percorsi tecno-imprenditoriali di Simeone. Un paio d’anni fa, era tra i fondatori di Catchawork, un avanzato social network delle competenze professionali. L’intelligenza artificiale era un ingrediente importante di quella ricetta, ricorda Simeone, ma a un certo punto era mancato l’accordo su come proseguire, occorreva trovare una nuova formula. Simeone, che da sempre era stato attratto dal mondo dei numeri e della finanza, è ripartito proprio da qui, insieme all’attuale socio di Euklid, Franco Grassi, applicando l’intelligenza artificiale in un altro campo e trovando nella coppia blockchain/algotrading guidato dall’AI una ricetta vincente, capace di innovare il mondo della finanza.
Banca del domani
«Euklid nasce ufficialmente nel 2015, ma sono almeno tre anni, appena si è cominciato a parlare di bitcoin, che il suo team lavora sull’intelligenza artificiale in grado di prevedere l’andamento della criptovaluta». In passato, Simeone aveva utilizzato gli stessi strumenti per analizzare l’andamento degli indici azionari. Applicata a bitcoin, l’intelligenza artificiale riusciva a ottenere risultati ancora più efficaci, grazie proprio alla estrema volatilità (un andamento fatto di picchi repentini e tragici crolli) della criptovaluta. Oggi, la squadra dei quattro co-fondatori – Simeone e Grassi, con Francesco Di Leva e Mario Giancola – è affiancata da quattro advisor di grande esperienza internazionale – l’economista, Paolo Savona, e il fisico quantistico, Luca Marseglia, entrambi formatisi al MIT, con Christopher Pallotta e Raffaele Mauro. Con il secondo round di investimenti, Euklid potrà dare avvio a una ulteriore fase del suo percorso, verso quella che Antonio Simeone chiama «Banca del domani». Una banca completamente robotizzata, almeno nella trading room. Non è più l’uomo a “cliccare” sugli ordini dopo aver studiato l’andamento, anzi, la “psicologia” dei mercati (i titoli e le valute). Il ruolo dell’esperto umano consiste nel mettere a punto il motore di intelligenza artificiale e i modelli di trading robotizzato, capaci di decidere in totale autonomia. Euklid, insomma, gioca in borsa senza mai coinvolgere nelle operazioni l’uomo con i suoi difetti, l’avidità e l’emotività, così spesso alla base di perdite clamorose. «In Euklid, l’uomo è un mero osservatore – conferma Simeone – e l’investitore è garantito dalla massima trasparenza. Ogni singola operazione dei nostri trader viene registrata nella blockchain». Simeone è convinto che blockchain rappresenti per il trading una rivoluzione basata sull’intelligenza artificiale e l’equità, altro ingrediente raro nel retrobottega dei fondi di investimento, più interessati ai proventi da commissioni che alla performance. Alla tradizione ormai appannata dei fondi “umani” Euklid contrappone un modello robotizzato, privo di costi nascosti. Chi investe in Euklid non paga alcuna fee di ingresso o commissione. Solo al momento di uscire, il cliente riconosce al gestore una percentuale del 20% dei guadagni. «L’idea – sottolinea Simeone – è diventare col tempo un punto di riferimento non per gli investitori istituzionali, ma per i piccoli risparmiatori». Oggi, traditi da una finanza fin troppo disinvolta.
Il Sacro Graal della finanza
Al momento, la clientela di Euklid ha solo la possibilità di investire in criptovalute. I trader robotizzati si interfacciano direttamente con le API di Bitfinex e Kraken, i due principali borsini per bitcoin, Ethereum e altre valute digitali. Nella seconda fase, sarà possibile investire i propri soldi anche su un portafoglio di una sessantina di titoli selezionati tra i più stabili e lineari del mercato. In questa fase, Euklid si avvarrà della collaborazione di Bankable, una delle startup ospitate da Level 39, l’acceleratore specializzato in fintech dove ha sede la società di Simeone. Grazie a questo istituto di pagamento ibrido, il cliente di Euklid potrà contare sui servizi bancari di base, dal conto corrente ai bonifici, fino alle carte di credito.
Come funziona l’AI applicata allo studio dell’andamento dei mercati finanziari? «A ogni asset in portafoglio – spiega Simeone – sono associati 25 diversi algoritmi che riflettono la psicologia di trading di un dato titolo e di un dato mercato. Ogni algoritmo prevede 256 variabili che il motore di intelligenza artificiale studia continuamente attraverso modelli algoritmici genetici e di swarm intelligence». L’algoritmo genetico simula l’evoluzione della specie umana, ma al posto degli individui sono script di investimento a competere tra loro. «È come avere a disposizione milioni di trader che lavorano sulle serie storiche degli andamenti in borsa, gli script meno efficaci si estinguono, i migliori restano in vita, mescolandosi fino a creare strutture sempre più complesse. Lo swarm, invece, è un approccio opportunistico, adattativo, cambia istante per istante correggendo la rotta ogni volta che si accorge di aver sbagliato. I livelli di performance sono di tutto rispetto. Sulle valute, la trading room robotizzata di Euklid ha raggiunto il 110% di rendimento. Sull’indice-azioni il guadagno è del 10%, ma a “leva 1” (come dire che sugli investimenti di Euklid non pesano interessi da capitali presi in prestito). Con performance così, i proprietari di Euklid possono smettere del tutto di lavorare e lasciar fare ai robot? «Magari» – scherza Simeone. «Noi non lavoriamo mai meno di dieci ore al giorno. I mercati cambiano continuamente e non possiamo smettere di studiare nuovi modelli per aggiornare i nostri “bot”». Per ora, almeno. Antonio Simeone è convinto che il Sacro Graal della finanza algoritmica, robot investitori capaci di costruire da soli robot di nuova generazione sia ormai a portata di mano. Ci vorranno altri dieci, quindici anni di ricerca.