Lo affermano Microsoft e la Stanford University che spiegano i benefici dell’ingaggio dovuto a un gioco che ti porta a scendere davvero per strada
Il boom di Pokémon Go è passato, almeno in parte. Il successo del gioco ha causato un bel po’ di ripensamenti circa quello che si può fare con il geo-marketing e tante aziende hanno imparato a sfruttare l’onda lunga dell’app per promuovere offerte e promozioni a seguito di un check-in presso le loro strutture. Sembrava un passatempo per i più piccoli, al massimo per gli appassionati, e invece Pokémon Go si è trasformato in qualcosa di più, in grado di dare una nuova spinta alle strategie di comunicazione di brand grandi e piccoli. Tra incidenti e problemi vari dovuti al suo utilizzo, c’è anche chi vede nella fruizione dell’app reali benefici per la salute delle persone.
La ricerca
Microsoft e la Stanford University sono concordi con l’affermare che chi gioca al titolo di Niantic ha probabilità di vivere più a lungo. Per quale motivo? Una media del 26% dei giocatori di Pokémon Go effettua un’attività fisica maggiore degli altri coetanei, grazie all’ingaggio dovuto all’esplorazione del mondo circostante su una piattaforma simile a Google Maps. Gli utenti cacciatori coprono 1.473 passi in più di chi non gioca all’app, con un evidente beneficio per il corpo e le aspettative di vita basilari. “Nel documento – dicono dalla Stanford – evidenziamo come gli utenti possano sostenere un incremento di almeno 1.000 passi al giorno, un movimento del +18% dei non giocatori. Ciò si traduce in un’aspettativa di vita superiore di 41 giorni per ognuno dei 25 milioni di utenti americani ad oggi coinvolti nel progetto: 2.825 milioni di anni in totale”. Che sia nato un nuovo mercato, quello del geo-gaming? Probabilmente si, con tante software house che non aspettano altro che sperimentarlo.