Le app sull’orologio diventano sempre più indipendenti e staccate dal telefono, ma gli utenti potranno provarle solo nel 2017
L’evoluzione degli smartwatch sta per compiersi definitivamente. Nel 2017, tutti potranno provare le innovazioni portate da Android Wear 2.0, tra cui la possibilità di installare e usare applicazioni che risiedono solo sull’orologio. Fino a ora, come accade per Apple Watch, le app e i giochi fruibili da polso sono dipendenti da una controparte installata sullo smartphone. Questo non vuol dire che per usare l’una bisogna aprire anche l’altra, ma la gestione di profili, avanzamenti e salvataggi è possibile solo con una comunicazione tra i due software. Può sembrare irrilevante, ma una procedura del genere blocca la diffusione di applicazioni pensate appositamente per lo smartwatch.
La novità per gli sviluppatori
Gli sviluppatori che hanno provato già da tempo la Developer Preview, sapevano però dell’imminente cambio di progettazione, con la conseguente abilità di produrre programmi destinati solo al piccolissimo schermo. La Developer Preview 3 è però la prima che comprende un collegamento al Play Store di Google in versione ridotta, da sfogliare e navigare dal quadrante. Si tratta di uno switch fondamentale non solo nei confronti di chi ha uno smartphone Android, visto che non dovrà più passare da lì per il download di app, ma anche per gli utenti con un iPhone, la cui connessione tra telefono e orologio diventa necessaria solo per ricevere on-board le notifiche della parte telefonica e delle applicazioni presenti su entrambe le piattaforme. Come detto, i consumatori non potranno beneficiare delle innovazioni prima del 2017, perché Google ha deciso di allungare il periodo di beta testing del nuovo sistema operativo dedicato agli indossabili. Per ora, chiunque volesse provarlo in anteprima, avrà bisogno di registrarsi al programma developer di Google e di un LG Watch Urbane 2nd Edition o un Huawei Watch.