Samsung ha bisogno di liquidi e cede diverse partecipazioni

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Samsung ha ceduto le quote detenute in diverse società per raccogliere fondi destinati a investimenti in altri settori e per coprire i costi del ritiro di Galaxy Note 7

Per Samsung è arrivato il momento di liberarsi di quelle attività che non sono più remunerative. L’azienda coreana la scorsa settimana ha ceduto la divisione stampanti ad HP per 1.05 miliardi di dollari e ha concluso oggi la vendita di alcune partecipazioni di minoranza in diverse società. Nello specifico il colosso dell’elettronica si è disfatto della metà delle quote dell’olandese Aslm Holding, del 4.2% di Seagate Technology, lo 0.7% di Sharp e del 4.5% di Rambus, In totale Samsung è riuscita a raccogliere circa 889 milioni di dollari.

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L’obiettivo di tutte queste cessioni è quello di raccogliere denaro sufficiente a coprire i costi del ritiro dei Galaxy Note 7, la cui batteria può esplodere se si surriscalda. L’azienda coreana dovrà provvedere a sostituire oltre 2 milioni di dispositivi, il cui numero potrebbe aumentare dopo che il problema si è presentato anche in alcune unità distribuite in Cina. Per Samsung questo enorme difetto del suo dispositivo top di gamma costerà molto anche in termini di immagine e competitività sul mercato. Il competitior più accreditato, ovvero iPhone 7 Plus di Apple, ha riscontrato un enorme successo a livello globale ma fortunatamente per i coreani anche lui ha un piccolo problema. Alcuni esemplari infatti producono un fastidioso ronzio quando lavorano a pieno regime. Questa è un’ulteriore prova che i grandi produttori dovrebbero dedicare maggiore attenzione ai test di qualità invece di lanciare nuovi prodotti a breve distanza l’uno dall’altro. Lee Jae-yong, unico erede del presidente di Samsung e membro del board della società, ha sottolineato che la raccolta di liquidità è finalizzata anche ad ampliare l’interesse dell’azienda in altri settori come quello della biofarmaceutica.

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