Qualcomm e AT&T hanno avviato una partnership per testare il volo dei droni in autonomia su reti 4G e 5G. Ecco perché
Ad oggi, uno dei più grandi problemi dei droni è quello di essere dipendenti da un comando dell’utente in remoto. Questo non vuol dire doverli tenere sempre a vista, dato che Amazon ha già perfezionato un metodo per renderli autonomi, ma è sempre viva la necessità di seguire al dettaglio il percorso di un UAV, che oggi non è in grado di “vivere” in maniera totalmente indipendente, come è nell’immaginazione della logistica del futuro. Le cose potrebbero cambiare molto presto grazie a Qualcomm e AT&T.
Il progetto cellulare
Le due multinazionali, leader nella costruzione di chip, soluzioni hardware e infrastrutture di rete, hanno infatti intenzione di testare un volo automatico dei droni sul network cellulare, lo stesso utilizzato da smartphone e tablet 4G e, molto presto, 5G tramite la piattaforma Snapdragon Flight. Ciò permetterà non solo di gestire in maniera più efficace una ampia flotta di droni, ma anche di permetterne il volo su “autostrade” sicure, veloci e intelligenti, come prospetta lo stesso 5G. Proprio lo standard che diventerà realtà entro il 2020 si fa portatore di innumerevoli soluzioni smart studiate, tra l’altro, per non soffrire di cali di qualità anche con decine di dispositivi connessi, il cui numero è destinato ad aumentare nei prossimi anni. Secondo le aziende, non è lontano il tempo in cui droni commerciali possano solcare liberamente i cieli di tutto il mondo (o almeno delle nazioni dove sarà lecito), per offrire una serie di servizi che vanno dal commercio alla sanità, passando per la consegna di beni e la salvaguardia del territorio.