Julia, per un business a prova di “bug”

Lo spin-off dell’Università di Verona propone una piattaforma unica nel suo genere, per automatizzare l’analisi semantica delle applicazioni Java e Android. Il fondatore Fausto Spoto: «È un software di “ragionamento automatico” che supera il tradizionale pattern-matching sintattico»

Qualità del codice di programmazione. Debugging. Efficienza e sicurezza del software. Per i professionisti dell’informatica questi sono i fondamentali. Molte aziende offrono una risposta alle esigenze di verifica del software, ma una società nata nel 2010 a Verona ha elaborato una piattaforma unica nel suo genere, in grado di automatizzare l’analisi statica semantica per verificare le applicazioni sviluppate in Java e Android. «Abbiamo fondato Julia come spin-off dell’Università, dopo un lavoro di diversi anni per raffinare gli algoritmi del sistema» – spiega Fausto Spoto, professore associato dell’Università degli Studi di Verona e socio fondatore di Julia. La società è stata costituita allo scopo di finalizzare commercialmente i risultati del filone della ricerca scientifica sviluppatasi a fine anni 70 in Francia, focalizzandosi sul linguaggio di programmazione Java per svolgere analisi matematiche destinate a supportare i programmatori nel proprio lavoro. L’obiettivo di tali elaborazioni è migliorare la qualità del software e la sicurezza, attivando un circolo virtuoso per sviluppare il business e promuovere anche l’immagine aziendale.

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L’analizzatore di Julia

«Julia rappresenta uno speciale connubio tra ricerca accademica e iniziativa imprenditoriale. La sua unicità rispetto ai competitor si basa sulla piattaforma del software, ovvero l’analizzatore statico fondato sulla teoria matematica dell’interpretazione astratta». La soluzione è in grado di andare oltre il controllo sintattico del codice software, analizzandolo anche a livello semantico, ed è questo l’elemento centrale che aiuta il programmatore a eliminare i bug dal sistema, garantendo un’efficacia totale per le classi di errore analizzate. La tecnologia alla base della piattaforma è automatica, e funziona con logiche di analisi riconducibili anche ai paradigmi dell’intelligenza artificiale. I risultati dell’analisi vengono messi a disposizione del programmatore che procede quindi al perfezionamento del codice. «L’elemento umano è ancora fondamentale, e la tecnologia serve a supportarlo, non a sostituirlo» – sottolinea il manager. La verifica del software è importantissima in tutti i settori gestiti con l’aiuto di strumenti informatici, praticamente in qualunque ambito della vita di oggi. Evitare la presenza di errori nel codice previene problemi più o meno grandi, nel business come nella gestione di un paese e specialmente quando si tratta di vite umane. «Uno dei rischi più frequenti è il cybercrime o il furto di informazioni riservate. Mai come oggi i dati sono fonte di potere, quindi fanno gola a molte organizzazioni criminali. Individuare ed eliminare i bug del sistema può molte volte fare la differenza e prevenire eventi disastrosi».

Leader nel mondo

L’analizzatore statico di Julia rappresenta la soluzione a oggi più innovativa e potente nel suo genere a livello mondiale, ed è una piattaforma adatta a qualsiasi settore di business, dovunque si abbia a che fare con la qualità del software. Questa trasversalità è importante per proporsi in modo vincente sul mercato, come dimostra il parco clienti dell’azienda: da grandi gruppi bancari italiani fino ad Airbus e perfino al ministero della Difesa americano. «La nostra avventura è iniziata nel Computer Science Park del dipartimento d’Informatica dell’Università di Verona, una struttura d’eccellenza che raccoglie progetti imprenditoriali e li supporta, tra l’altro fornendo ‘cervelli’ provenienti dall’ambito accademico» – spiega Spoto. Il Parco ospita vari spin-off dell’Università e funziona come anello di raccordo tra questi, ma lavora anche con soggetti esterni o aziende indipendenti che scelgono di svolgere al suo interno le loro attività. La mission del Computer Science Park è di promuovere il trasferimento tecnologico nei vari campi dell’ICT, attraendo e supportando l’iniziativa imprenditoriale sul territorio. Il dipartimento dell’Università ha inoltre allestito un museo dell’Informatica che «rappresenta l’impegno a preservare la memoria dell’evoluzione del calcolo automatico e le macchine che lo caratterizzano» – e al tempo stesso è un invito a procedere sulla strada dell’evoluzione tecnologica aprendosi al futuro. «Il Computer Science Park è stato fondamentale nei primi anni di vita di Julia. In seguito, ci siamo strutturati maggiormente come azienda, ed è quindi arrivato il momento di renderci autonomi» – prosegue Spoto.

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L’acquisizione di Corvallis e il business del futuro

La svolta per l’azienda arriva nel 2015, quando il Gruppo Corvallis, uno dei principali player nel settore IT italiano, ne acquisisce il 65%. Da quel momento, si aprono nuove prospettive di business e di crescita per l’azienda veronese. I vantaggi sono numerosi e immediati. Oggi, l’azienda ha otto dipendenti più alcuni collaboratori che provengono da Corvallis e fattura un milione di euro l’anno. Il business plan per il futuro mira a migliorare i margini e ad espandere il portfolio clienti. «L’ingresso nel Gruppo Corvallis significa tantissimo per noi – sottolinea il manager – sia a livello di contatti sul mercato sia di supporto amministrativo. Stiamo vivendo una fase centrale della vita del nostro business e vogliamo trarne il massimo vantaggio». La peculiare natura della piattaforma Julia la rende però lo strumento ideale anche per le nuove tecnologie che si stanno sempre più imponendo nel mondo dell’IT. In particolare, l’occasione sembra ghiotta per cogliere le opportunità del mercato del cloud e dei sistemi Android che girano su dispositivi mobili, ma anche per l’Internet of Things. E proprio il paradigma dell’IoT apre prospettive interessanti per la smart city. Tutto il mondo che nascerà nei decenni a venire sarà sempre più interconnesso, e questo significa che i sistemi informatici che lo governeranno dovranno essere “a prova di bug”. «In realtà – specifica Spoto – sappiamo per ragioni matematiche che l’obiettivo di zero errori è più ideale che reale, in altre parole le nostre capacità ancora non permettono, e forse non permetteranno mai, di costruire sistemi totalmente infallibili».

Innovazione e ottimismo per l’Italia di domani

Tuttavia, per alcune classi di errori, si può lavorare per annullare tendenzialmente qualsiasi bug del sistema. Gli sviluppi futuri di Julia sono all’insegna del codice .NET C# di Microsoft e delle analisi di sicurezza, perché l’ambito della cyber security sarà sempre più vitale per rispondere alle esigenze del mercato e per costruire un’immagine aziendale “credibile”, mentre anche il cloud è destinato a imporsi con forza sempre maggiore. «Stiamo partendo proprio ora con un servizio di analisi e debug erogabile in modalità cloud, in modo da offrire ai clienti la scelta se acquistare e installare in locale la nostra soluzione, o accedervi attraverso la nuvola». Infine, Julia è una realtà attenta al mondo delle startup e crede che l’economia digitale costituisca «un pilastro per la futura evoluzione economica e occupazionale», a patto che se ne sappia cavalcare l’onda. «In Italia, si trova tutto il capitale umano necessario per fare impresa, manca però la mentalità imprenditoriale che ha reso vincenti i modelli di sviluppo anglosassoni. Sembra paradossale che gli Stati Uniti abbiano industrializzato per primi i prodotti per l’analisi del software, mentre l’Europa è rimasta indietro, pur essendo la culla delle analisi matematiche che hanno portato a quegli stessi risultati. Sono comunque ottimista sul futuro dell’imprenditoria in Italia, grazie anche alle iniziative del governo a sostegno delle startup innovative».

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