Google dice addio allo smartphone modulare Project Ara

Google Project Ara si assembla da acceso

Google pare abbia deciso di abbandonare Project Ara per dedicarsi ai nuovi smartphone Pixel ma c’è comunque una possibilità di vederlo arrivare sul mercato

Circa 3 anni fa Google ha acquisito Motorola insieme ad alcuni suoi interessanti brevetti come Project Ara, il primo smartphone davvero modulabile. L’idea era quella di realizzare un dispositivo che consentisse la massima personalizzazione e permettesse di ridurre lo spreco di materiale elettronico. L’utente poteva infatti scegliere di comporre lo smartphone acquistando solo i componenti che più gli interessavano, come una fotocamera potenziata o un modulo di connessione Wi-Fi di ultima generazione. Nonostante le buone premesse, Project Ara potrebbe seguire un percorso molto diverso da Project Tango, facendo così la stessa fine dei Google Glass. Stando alle voci riportate da ReCode e Reuters, Google avrebbe deciso di abbandonare definitivamente il progetto per dedicare maggiori risorse ai suoi smartphone, che a partire dai prossimi due nuovi modelli non si chiameranno più Nexus ma Pixel.

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Lo sviluppo di Project Ara è stato effettivamente molto travagliato. Il progetto è stato portato avanti fin dall’inizio dai laboratori ATAP (Advanced Technology and Projects) e ha avuto una piccola battuta d’arresto nel 2015 a causa della difficoltà dei moduli a restare incollati alla scocca in caso di caduta. Successivamente si è pensato di commercialzzare il primo prototipo a Porto Rico ma l’idea è stata subito abbandonata. Google ha dato nuovo slancio a Project Ara durante la I/O 2016, annunciando che il dispositivo sarebbe stato aperto agli sviluppatori non più tardi del 2017. Diversi partner tra cui Toshiba avevano inoltre presentato i primi moduli. Nel frattempo è nato il colosso Alphabet e la divisione hardware è stata ristrutturata. A seguito di questa riorganizzazione pare non ci sia più spazio per Project Ara.

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Lo smartphone modulare potrebbe comunque arrivare sul mercato grazie al contributo di alcune aziende terze. Google potrebbe infatti decidere di cedere in licenza il suo dispositivo, lasciando ai suoi partner l’onere di svilupparlo definitivamente e lanciarlo sul mercato.