I risultati dello studio condotto da Generix Group presso 145 aziende europee
Mentre la fase della consegna dei prodotti polarizza l’attenzione mediatica grazie alle recenti innovazioni spettacolari di cui è oggetto, Generix Group, software vendor specializzato in soluzioni collaborative, ha deciso di portare alla ribalta un altro aspetto fondamentale – ma ancora piuttosto ignorato – della gestione logistica: la gestione dei rischi. Perché senza un’efficace politica di gestione degli imprevisti logistici, tra le tante cose che saltano certamente vi è anche la puntualità di consegna, ad esempio.
Al fine di determinare i principali “pericoli” che i logistici devono affrontare, i relativi impatti economici e le modalità di gestione esistenti, Generix Group ha dato la parola a 145 aziende provenienti da tutti i settori di attività. Ecco in sintesi le loro risposte.
I- LA MESSA IN SICUREZZA DELLE OPERAZIONI LOGISTICHE: UNA QUESTIONE PRIORITARIA…
I) Performance, costi, rischi: le tre priorità della supply chain
Senza troppe sorprese, il miglioramento della performance (62%) e la diminuzione dei costi appaiono come le due priorità essenziali dei responsabili logistici, un passo davanti alla riduzione dei rischi (52%).
Si constata una differenza a seconda del settore di attività e dello sviluppo geografico delle aziende. Da un lato, più un’azienda internazionalizza i suoi scambi e più la flessibilità diventa un argomento importante. D’altro lato, il miglioramento della performance si impone come una priorità relativa (soprattutto per i settori distribuzione, beni di largo consumo, servizi). Fanno eccezione solamente i settori dell’industria e dell’elettronica.
Quanto alla gestione dei rischi, essa costituisce il secondo problema per gli attori della distribuzione, dei servizi e per le imprese il cui tasso di attività all’internazionale è debole (meno del 10%).
2) La gestione dei rischi logistici: un problema per 8 aziende su 10
Otto aziende su dieci sono coscienti dei problemi rappresentati dalla gestione dei rischi operativi. Nel dettaglio: è un problema maggiore per il 49% dei responsabili e medio per il 30% di loro.
Tra i rischi potenziali le aziende temono particolarmente l’indisponibilità del sistema informativo (46%). Considerando tutti i settori di mercato analizzati, si tratta in effetti del rischio valutato come maggiormente impattante. Il malfunzionamento dei sistemi informativi è seguito da vicino dal malfunzionamento puntuale di un fornitore (37,6%) e dai picchi di volume imprevisti (37,1%).
II – … GESTITA A FATICA DALLE AZIENDE
1) Prevenzione dei rischi: il Direttore Supply Chain in prima linea
Per il 65% dei professionisti intervistati, i Direttori Supply Chain sono agli avamposti nella prevenzione dei rischi logistici in seno all’azienda. Questa constatazione è unanime tra le imprese che operano nel settore della distribuzione e dei beni di largo consumo.
2) La collaborazione è ancora esclusa dalla gestione dei rischi logistici
Solamente una piccola parte delle aziende mobilita il suo ecosistema per gestire i rischi logistici. Solo un terzo (31%) genera degli alert a partire dalle informazioni ricevute dai partner esterni e a malapena il 19% organizza l’ecosistema di cui fa parte: la maggior parte delle organizzazioni affronta le insidie logistiche partendo dall’assunto che sia un problema da risolvere internamente.
Per esempio, due terzi di esse (65%) danno la priorità al trattamento degli alert relativi agli eventi interni. Una scelta che si rivela trasversale al perimetro delle attività internazionali ed al settore d’attività (distribuzione, beni di largo consumo, industria).
3) Senza visibilità non c’è collaborazione
L’opacità regna tra gli anelli della catena logistica: l’azienda, i suoi spedizionieri, i suoi trasportatori, i suoi fornitori. Concretamente, il 58% delle aziende ha una visibilità quasi nulla sui rischi che coinvolgono ad esempio gli spedizionieri. Un dato che scende al 37% quando si parla dei clienti. Questa scarsa visibilità indubbiamente non favorisce la messa in atto di pratiche collaborative per la gestione dei rischi.
4) Il 16% delle aziende intervistate «gioca con il fuoco»
L’11% delle aziende confessa di non avere una politica strutturata di gestione dei rischi. Peggio ancora, il 5% non saprebbe come affrontarli.
Una risposta che suona ancora più inquietante se si considera che le aziende interpellate non ignorano le conseguenze, più o meno gravi, di una cattiva gestione dei rischi. In particolar modo : i costi indiretti (disorganizzazione, gestione controversie, 61%), i costi diretti (note di credito, penali, 58,7%), il danno d’immagine dell’azienda (45%), fino alla possibile perdita di clienti (31%).
«I risultati di questo studio dimostrano una reale presa di coscienza, da parte dei supply chain manager, dell’importanza di un miglior controllo della catena logistica per aumentare la soddisfazione dei clienti e, allo stesso tempo, dell’inadeguatezza dei dispositivi che mirano a rendere sicura la catena logistica estesa. L’obiettivo di questi manager non è annullare il rischio – sarebbe impossibile poiché, per definizione, ogni attore della catena è in sé un fattore di rischio – ma piuttosto contenerlo. Come possono riuscirci? Attraverso la visibilità e l’informazione. Detto in altro modo, potendo identificare qualsiasi imprevisto che si verifichi nella catena logistica, compreso quelli all’esterno dell’organizzazione, ed avendo accesso in tempo reale a tutte le informazioni necessarie per poter prendere decisioni immediate, al fine di limitare l’impatto sull’attività del cliente. Questa riflessione ha condotto Generix Group allo sviluppo di Easy Order Tracking, una soluzione inedita, basata sulla visibilità totale dei rischi e sulla loro gestione collaborativa, a livello di supply chain estesa», ha commentato Isabelle Badoc, Product Marketing Manager Supply Chain di Generix Group.