Annunciata la disponibilità sul mercato italiano di una soluzione eIDAS compliant
L’entrata in vigore nel luglio scorso del nuovo regolamento europeo eIDAS ha reso più concrete la possibilità che nei prossimi mesi si sviluppi un mercato unico della sicurezza UE nel segmento della Firma digitale, un settore in cui da anni il nostro Paese è all’avanguardia. In questo quadro generale favorevole s’inserisce l’annuncio di una partnership strategica tra Intesi Group, azienda italiana che opera nel segmento Firma digitale e Application & Service Management e Thales, leader nei mercati Aerospazio, Difesa e Cybersecurity. Una partenership volta all’integrazione di due tecnologie proprietarie, PkBox (Intesi Group) e nShield Hardware security Module (HSMs) di Thales.
“PkBox è uno dei server di sicurezza più potenti e flessibili disponibili sul mercato per la gestione delle operazioni di firma digitale massiva” afferma Fernando Catullo, CEO di Intesi Group. “Una soluzione a supporto delle applicazioni per la sicurezza logica dei dati che può essere implementata sia on premise che in cloud grazie all’offerta di servizi Time4Mind per la firma remota”. PkBox 3.1 si integra con gli HSM nShield, strumenti di protezione delle chiavi crittografiche utilizzate per supportare l’intero processo di firma dei documenti. “Il nostro Paese ha giocato un ruolo fondamentale nella certificazione degli HSM nShield, una soluzione dalla forte impronta italiana” afferma Claudio Serafini, Senior Sales Engineer, Thales e-Security. “Italiani infatti sono l’organismo di certificazione (OCSI) e il laboratorio di valutazione (Consorzio RES). Senza dimenticare l’impulso iniziale fornito da clienti italiani alla Certificazione del dispositivo. Il risultato è una soluzione conforme alla normativa, che consente di gestire volumi elevati di utenze e transazioni (firma digitale massiva, verifica delle firme, autenticazione o crittografia) in modo affidabile e scalabile”. “Trasferendo – aggiunge Catullo – agli utilizzatori una esperienza d’uso friendly grazie anche alla completa accessibilità web e mobile”.
L’accordo arriva al termine di un cammino verso la certificazione a dir poco accidentato. “La certificazione in Italia ci sembrava preclusa. Burocrazia, lungaggini di vario tipo. Requisiti inarrivabili anche per noi che operiamo da sempre in questo settore” ammette Catullo. “Così abbiamo deciso di percorrere un’altra strada. E quando nei mesi scorsi l’ente di certificazione austriaco A-SIT ha attribuito alla release 3.1 della nostra soluzione la certificazione di conformità SSCD (Secure Signature Creation Device), attestando la piena compliance a tutti i requisiti normativi e tecnici, abbiamo capito che ci eravamo lasciati alle spalle i momenti più difficili”.
Uno snodo fondamentale per l’azienda milanese, abilitata grazie alla certificazione, all’utilizzo di PkBox in tutti paesi UE. “Gli HSM nShield di Thales hanno a loro volta ottenuto il certificato di conformità Common Criteria per il livello di garanzia EAL4+ dall’organismo di Certificazione della Sicurezza Informatica (OCSI). Una doppia certificazione sfociata nella completa integrazione tra le due soluzioni e la proposizione al mercato di una soluzione di firma digitale remota completamente eIDAS complaint” continua Catullo, entusiasta dell’accordo di collaborazione raggiunto. “La partnership con un’azienda importante come Thales ci onora” ci dice. “E’ il riconoscimento che in materia di Firma Digitale Intesi Group viene percepita come azienda di riferimento in Italia”. Ora co-titolare di una soluzione che sulla carta promette ampi margini di espansione. Perché consente ad aziende dei settori sanitario, bancario, assicurativo e PA di sfruttare le opportunità introdotte dal Regolamento eIDAS che disciplina – tra le altre cose – l’attuazione di processi paperless e di digital business transfrontaliero. “Il nostro auspicio è che presto la collaborazione con Thales impatti su quei settori verticali in Italia in cui l’uso della firma remota si sta sempre di più diffondendo. E da qui partire ed espanderci in tutta l’UE” conclude Catullo.