Web, big data e documedialità
A Camogli (8-11 settembre) il Festival della Comunicazione si conferma dopo due edizioni uno degli appuntamenti più importanti del panorama culturale italiano. La manifestazione, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, è ideata e diretta da Rosangela Bonsignorio e Danco Singer e organizzata dal Comune di Camogli e da Frame, in collaborazione con la Regione Liguria.
Quattro giornate, con oltre un centinaio di appuntamenti tra incontri, laboratori, spettacoli, mostre ed escursioni e più di 130 ospiti d’eccezione. Il macrotema individuato per questa terza edizione da Umberto Eco: il world wide web. «Aveva già scelto il titolo della sua lectio, Pro e contro il web» – spiegano Rosangela Bonsignorio e Danco Singer. «Voleva, nelle giornate del Festival, analizzare tutte le implicazioni sociali, culturali, politiche, educative che questa rivoluzione ha comportato». Scrittura, scienze, arte, spettacolo, web, psicologia, filosofia, economia, diritto per esplorare tutti gli aspetti della comunicazione e della cultura digitale. Da Donato Carrisi a Claudio Magris, da Piero Angela al matematico Claudio Bartocci. E poi Paolo Crepet che ha parlato degli aspetti psicologici della solitudine originata dal web, il fisico del CERN Marco Delmastro, l’economista Patrizia Tiberi Vipraio, il geologo Mario Tozzi, l’architetto Massimiliano Fuksas e il direttore della Pinacoteca di Brera, James Bradburne.
Ma anche il sociologo Evgenij Morozov e dalla New York University, Charles Seife, che si è soffermato sui temi dell’irrealtà virtuale e della rete nell’era dei Big Data e degli algoritmi per scandagliare le verità nascose dell’informazione mainstream. Il car designer Chris Bangle con il direttore scientifico dell’IIT di Genova Roberto Cingolani, il direttore del centro di ricerca IBM di Zurigo Alessandro Curioni e Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali hanno parlato di civiltà dell’informazione e della sua deriva. Il semiologo Paolo Fabbri ha esplorato le profondità del Deep Web e il filosofo Maurizio Ferraris ha parlato di “documedialità” come «ragion pratica per il web».