Completata la più grande acquisizione hi-tech dell’economia britannica: oltre 32 miliardi di dollari per portarsi a casa il chipmaker
Dopo l’offerta iniziale di luglio, il produttore mondiale di chip ARM è passato oggi ufficialmente a Softbank. L’accordo si è concluso per un ammontare di 32,5 miliardi di dollari, cifra che porta il deal ad essere il più oneroso nella storia dell’economia tecnologica del Regno Unito. A partire dalla data odierna, 6 settembre, ARM non figurerà più all’interno del London Stock Exchange, sebbene Softbank abbia espresso il desiderio di guidare il business dell’azienda in modalità standalone, distaccata dunque dalle operazioni generali. Il lato più positivo della vicenda è che, secondo gli analisti, l’accordo porterà a duplicare la forza lavoro della compagnia in UK e un deciso aumento anche nel resto del mondo, entro i prossimi cinque anni.
Nome caldo
Sebbene ARM non realizzi prodotti direttamente per i consumatori finali, il suo contributo gioca un ruolo essenziale nella distribuzione di dispositivi di ampio respiro, dagli smartphone ai tablet. Le sue componenti si trovano infatti nella maggior parte dei device che usiamo ogni giorno: tra i suoi partner principali ci sono Apple e Samsung e, in totale, oltre il 50% dei telefonini oggi attivi contiene un processore ARM di ultima generazione (con architettura V8-A). Solo un mese fa, Intel aveva concluso un accordo di massima con la chipmaker, per usare la sua tecnologia nella costruzione di processori per l’hardware di prossima generazione.