Di Bernardo Centrone, Country General Manager – Southern & Central Europe di Orange Business Services
Nel 2011, le Nazioni Unite dichiararono la banda larga un diritto umano fondamentale. Lo è realmente? Avanti veloce al 2015, quando negli Stati Uniti il presidente Obama sembrava dello stesso parere quando ha detto: “Oggi, la banda larga ad alta velocità non è un lusso, è una necessità”. Ma la grande domanda è: può la trasformazione digitale cambiare davvero delle vite?
La digitalizzazione è senza dubbio responsabile di cambiamenti fondamentali nella società. Prendiamo il caso di un uomo filippino che vive in povertà e che tenta di sopravvivere grazie alla pesca. In questo caso, il potenziale di cambiamento è reale. Il Dipartimento filippino dell’Ufficio della Pesca e delle Risorse acquatiche (BFAR) l’anno scorso ha lanciato un’applicazione per smartphone per registrare le piccole imbarcazioni da pesca e il loro equipaggiamento. Si spera che l’applicazione servirà a dare impulso allo sviluppo della pesca marittima, in una fase in cui il paese cerca di migliorare le condizioni di vita dei suoi cittadini più poveri.
La Cina riconosce il potenziale di trasformazione dell’accesso a Internet per le comunità rurali e ha cominciato a investire miliardi per collegarle online. Il governo spera di far crescere l’e-commerce, aiutare gli agricoltori locali e raccogliere fondi di investimento in queste aree più povere tramite la fornitura di una migliore infrastruttura a banda larga.
L’idea che l’accesso a Internet possa rendere possibili nuove forme di comunità non è nuova. Nel 2005, l’imprenditore inglese Bruce Evans ha vinto un concorso bandito dal Daily Telegraph/Gruppo 3 con Cotnet, la sua visione di un mercato per gli scambi di cotone online in cui i produttori potessero trattare direttamente con gli utenti finali, tagliando fuori i tradizionali intermediari del settore. Il sistema avrebbe consentito prezzi migliori per i produttori e per gli acquirenti, ma il progetto fallì, in parte perché l’accesso a Internet non era ancora disponibile nelle regioni di produzione e in parte perché il Regno Unito stesso non era ancora pienamente cosciente delle possibilità offerte da un mondo connesso.
La trasformazione digitale delle comunità che abitano in luoghi remoti
Quando si tratta di portare online comunità che vivono in luoghi remoti, la banda larga mobile è sicuramente parte della soluzione. Oltre l’80 per cento della banda larga è già su cellulare, secondo quanto sostiene la Broadband Commission. La maggior parte dei paesi – Regno Unito incluso – sostiene, quantomeno a parole, l’importanza di portare online le comunità più remote. Il Rapporto Plunkett ha riconosciuto che l’e-commerce, i servizi pubblici e l’accesso a informazioni come ad esempio le forniture di utenze e servizi comunali per funzionare richiedono che tutte le persone abbiano accesso a internet. Sia i paesi sviluppati sia quelli in via di sviluppo stanno esplorando il potenziale della banda larga su white space e di Internet via satellite per portare comunità che abitano in luoghi remoti online. Microsoft, per esempio, sta sviluppando progetti banda larga su white space in Kenya, Tanzania e Sud Africa.
Microsoft non è sola. Anche le grandi aziende Internet si stanno applicando per colmare questo divario digitale e per vedere quale sia il potenziale di business. Questo è ciò che sta dietro ai piani dei grandi player di Internet quando vogliono estendere l’accesso a Internet per le economie in via di sviluppo: è un affare vantaggioso perché da un lato le imprese si aprono a nuovi mercati, dall’altro questi mercati ottengono l’accesso a nuovi servizi, tra cui l’offerta sempre in crescita di soluzioni per la salute connesse che promettono di migliorare la qualità della vita e rendere più rapidi interventi salva-vita nelle comunità remote.
Il business è parte anche delle soluzioni proposte dal dodicesimo maggiore donatore al mondo, la Fondazione Bill e Melinda, che continua a destinare i profitti dell’industria IT del primo mondo per migliorare la medicina e l’assistenza sanitaria nei paesi in via di sviluppo. Tuttavia, i suoi critici dicono la Fondazione ha la tendenza a essere troppo dalla parte delle grandi imprese, e questo può esacerbare i problemi esistenti, sottraendo il controllo a quelle stesse comunità che così disperatamente hanno bisogno di aiuto. Questo squilibrio può forse essere risolto consentendo alle comunità di creare le proprie soluzioni collegate e di esplorare le proprie opportunità in autonomia?
Acqua o web?
I critici sostengono che l’accesso a Internet sarà anche un’ottima cosa, ma andrebbe considerato in un contesto nel quale le necessità della popolazione locale sono ancora acqua pulita, servizi igienico-sanitari e assistenza medica di base. Mettere le comunità in condizione di soddisfare questi bisogni umani fondamentali dovrebbe essere la priorità, no?
Il “World Development Report 2016: dividendi digitali” della Banca Mondiale rivela che il numero di persone collegate a Internet ha raggiunto una cifra stimata di 3,5 miliardi, quando 10 anni fa erano 1 miliardo. In molti paesi in via di sviluppo, più famiglie possiedono un telefono cellulare di quelle che hanno accesso all’elettricità o all’acqua pulita. Quindi sì, questa è la priorità.
Mentre la maggior parte delle persone concorda sulla pressante necessità di fornire aiuti, l’argomento dei tecnologi è che l’accesso a Internet può consentire a intere comunità di costruire relazioni e acquisire conoscenze che possano contribuire a risolvere i loro problemi. Questo è un meccanismo più sostenibile rispetto al dipendere dagli aiuti internazionali.
Per fare un esempio, in Africa i servizi monetari su cellulare sono diventati una componente essenziale della crescita economica in alcune comunità. Orange Money muove 400.000$ al mese su tutta la sua rete africana – in molti casi, questo denaro viene inviato a casa dai membri della famiglia che lavorano altrove. Già il 40% degli adulti in Africa orientale paga le bollette utilizzando un telefono cellulare, mentre 8 milioni di imprenditori cinesi utilizzano una piattaforma di ecommerce per vendere beni a più di 120 paesi.
Il dividendo digitale fa crescere le economie
I vantaggi economici che derivano dall’accesso online sono significativi, e non solo nei paesi in via di sviluppo. Un recente studio della National Telecommunication and Information Administration (NTIA) americana ha rivelato come un investimento di $4 miliardi per portare online le comunità americane si sia tradotto in un aumento della produzione economica “fino a $21 miliardi all’anno”. Nel frattempo, uno studio dell’ITU del 2011 sostiene che raddoppiare la velocità della banda larga aumenta il PIL di un paese dello 0,3 per cento.
I bisogni immediati di cibo, acqua, riparo vanno anche considerati alla luce dell’impatto trasformativo che ha l’accesso mobile a Internet nel consentire alle comunità di affrontare queste sfide immediate. In Bangladesh, gli agricoltori hanno avuto accesso a sistemi mobili di microfinanza basati su Internet che combinano prestiti e risparmi in sincrono con la stagione. Questo ha dato agli agricoltori la flessibilità necessaria per diventare più sostenibili.
Tutto sacrosanto, ma la Banca Mondiale avverte che le opportunità digitali non sono equamente condivise. “Per fare sì che i dividendi digitali siano ampiamente condivisi tra tutte le componenti della società, i paesi devono migliorare il loro approccio al business, investire nell’istruzione e nella salute delle persone, e promuovere il buon governo”, ha detto Jim Yong Kim, presidente della Banca Mondiale.
Infine, l’online offre anche opportunità nuove, che mettono una nuova generazione di imprenditori di paesi in via di sviluppo in condizione di costruire nuovi prodotti e servizi. Strumenti di esplorazione connessi, come quelli che vediamo nei settori del petrolio e del gas, possono potenzialmente aiutare a identificare fonti potenzialmente lucrative di materie prime, mentre le soluzioni connesse per l’agricoltura applicate su ampia scala possono avere un ruolo cruciale nel prevenire le carestie e aumentare le rese.