L’informatore della NSA sta lavorando con alcuni hacker per la realizzazione di un accessorio che avvisa in caso di spionaggio
Dietro a un progetto del genere può esserci qualsiasi cosa, persino una strategia di marketing. Ma la custodia per iPhone che blocca lo spionaggio nasce dalla mente di Edward Snowden per un motivo: non può più stare senza smartphone. Il ragazzo infatti, sin da quando ha cominciato a sperimentare gli effetti dovuti allo spifferaggio del Datagate, ha dovuto privarsi del suo fidato cellulare, per non incappare in altri guai e, soprattutto, non essere rintracciato. Snowden sa di essere un privilegiato, nel senso che non tutti i suoi colleghi informatori (attivisti e giornalisti inclusi) hanno la possibilità di farsi ospitare da un paese estero con la qualifica di rifugiato politico. Come permettere a tutti di vivere una vita comunque connessa ma “protetta”?
The technical write-up for the #iPhone snitch @bunniestudios and I presented today @MIT: https://t.co/NfjOqVzY8X pic.twitter.com/Fg0WcFsGqF
— Edward Snowden (@Snowden) 21 luglio 2016
L’idea della cover
Il brainstorming che Snowden avrà vissuto con sé stesso ha portato alla concettualizzazione di una custodia per iPhone che è in grado di bloccare le intercettazioni provenienti dall’esterno. Ci riesce grazie ad un collegamento tra l’accessorio stesso e la scheda Sim inserita. In questo modo, si attiva un’analisi continua dei segnali radio in ingresso o in uscita dal cellulare, che coinvolgono direttamente la parte telefonica. Se viene rilevata un’intromissione, magari durante l’invio di un SMS, l’utente può scegliere in via precauzionale il da farsi: la cover può spegnere il telefono, riavviarlo, mandare un avviso, e così via. La custodia è composta da uno schermo monocromatico che mostra le informazioni principali sullo stato della rete, GPS, Wi-Fi, Bluetooth e rete cellulare compresa. Per ora è solo un prototipo ma Snowden, attraverso il supporto e la presenza di Andrew Huang famoso hacker e autore di “Hacking the Xbox”, lo ha presentato al Media Lab del MIT, che potrebbe prendersi in carico il progetto per finalizzarlo. Secondo gli ideatori, la cover dovrebbe diventare realtà già entro l’anno.