Il gruppo di hacker PoodleCorp afferma di aver colpito la piattaforma il 16 luglio e annuncia altre azioni di blocco del gioco
Quanto disagio può creare il blackout su una piattaforma per il gioco online di un singolo titolo? Le perdite, in termini di acquisti in-app e accessi, sono indescrivibili quando connessi ci sono milioni di persone, soprattutto se si tratta di Pokémon GO, già record di download. Si tratta di un videogame per iOS e Android gratuito ma che sfrutta le potenzialità degli acquisti interni per riempire le casse dello sviluppatore Niantic, lo stesso dietro Ingress, app che sfruttava, come Pokémon GO, il mix tra realtà aumentata e mondo reale per far progredire gli utenti nelle loro missioni. In Italia l’app che ricalca le vicende degli amici e nemici di Pikachu, è stata rilasciata il 15 luglio e, un giorno dopo, i suoi server sono andati in tilt per diverse ore.
Cosa è successo
Semplice pensare ad un overload della banda causato dal numero spropositato di persone connesse, ma dietro potrebbe anche esservi un problema più serio, dipendente dall’azione di alcuni hacker. Almeno è questo ciò che affermano i ragazzi del team PoodleCorp, smanettoni che sembra abbiano lanciato contro le strutture che ospitano Pokémon GO un forte DDoS. “Le compagnie che forniscono questo tipo di esperienza online devono aspettarsi di poter diventare vittime di attacchi DDoS – hanno spiegato gli analisti di Nsfocus – tuttavia le soluzioni di cloud ibrido e on-premise possono facilmente sconfiggere questi attacchi. Nel mondo del gaming online le motivazioni per un attacco DDoS possono essere diverse. Di solito si basa tutto sulla notorietà e sulla richiesta di un riscatto da parte dei criminali”. L’account Twitter di Pokémon GO ha confermato i problemi ai server, senza specificando la causa e limitandosi ad avere pazienza nell’attesa di un fix. Dopo tre giorni ora il servizio sembra procedere senza rallentamenti, anche se PoodleCorp ha annunciato nuovi blocchi nel breve periodo.
