Opera browser passa a un consorzio cinese

In via di definizione da mesi, salta l’acquisizione dell’intera società norvegese che perde però il suo prodotto di punta

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Da 1,2 miliardi di dollari a 600 milioni. Un valore quasi dimezzato per la finalizzazione dell’acquisizione di Opera da parte di Kunqi, un consorzio cinese che già da maggio tentava di comprare la compagnia norvegese. In realtà, l’importante ribasso sul prezzo è dovuto a un ridimensionamento della vendita, che ora riguarda solo il browser omonimo e non tutto il pacchetto societario previsto. Il motivo? Difficile dirlo, anche se pare che dietro vi sia il “niet” evidenziato già da mesi da parte di alcuni executive di Opera, da sempre contrari al passaggio in toto a Kunqi. La conclusione della vicenda rappresenterebbe dunque una via di mezzo tra chi voleva preservare la proprietà nordeuropea e i fautori della vendita al consorzio orientale, forte di aver messo sul piatto la cifra miliardaria.

Resta tutto in Norvegia

In realtà, resta da capire cosa ne sarà dell’Opera norvegese senza lo sviluppo e gli introiti derivanti dalla diffusione del browser che, nonostante non abbia mai impensierito mostri quali Chrome, Firefox, Safari e addirittura Explorer, resta comunque una scelta principale per migliaia di utenti. Dopo l’accordo tra i due, si attende il via libera ai procedimenti burocratici da parte delle autorità di regolamentazione del mercato che, in caso di risposta positiva, sanciranno il trasferimento del business a Kunqi. A quel punto, in Norvegia non resterà che la divisione consumer, nella quale rientrano Opera Apps & Games e Opera TV, una parte considerevole dei proventi che entrano nelle casse dell’azienda. A quanto pare, gli oltre 1.000 dipendenti del gruppo resteranno al loro posto, così come l’attuale CEO Lars Boilesen, che dovrebbe continuare a guidare Opera alle dipendenze del consorzio made in Cina.

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