Neutralità della rete, la Camera approva il testo Quintarelli

Quasi la metà delle aziende industriali riscontra mensilmente problemi di rete

Le commissioni TLC e Trasporti votano all’unanimità il testo del deputato del Gruppo Misto che mira alla libertà della rete in un libero mercato

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23 voti favorevoli su 23 presenti. Basterebbe questo a far capire la bontà della proposta di Stefano Quintarelli, deputato del Gruppo Misto, circa la libertà della rete e il libero mercato in Italia. Meglio conosciuta con termini anglosassoni come “net neutrality”, il testo passato alla Camera, e che si accinge dunque a valicare le porte del Senato, rappresenta una base fondamentale per la regolazione del panorama digitale nel nostro paese, uno spunto essenziale per il futuro dell’economy 2.0.

Cosa dice

Come già successo negli USA, il pilastro che regge la neutralità della rete si fonda sul diritto, per ogni cittadino, di accedere a servizi web senza limiti e velocità discriminanti. In altre parole, si rende illegittima la fondazione di una doppia corsia di accesso a internet, che ponga in una situazione di vantaggio chi decide di pagare un sovrapprezzo al canone concordato. Per questo non è consentito rallentare la fruizione di un servizio e di app “rispetto alla velocità alla quale sarebbe fornito a un utente nella stessa area, avente la medesima capacità di banda e con accesso illimitato alla rete” – si legge nel progetto di legge.

La parola è “priorità”

Ciò non vuol dire ammazzare il mercato a priori, visto che esistono delle deroghe. Le misure restrittive infatti possono essere applicate per ragioni specifiche, come la necessità di ridurre la congestione del traffico, le comunicazioni a mezzo web non richieste dall’utente finale (come la pubblicità ndr.), l’attivazione di un provvedimento legislativo nei confronti di una persona o di un portale/servizio”. La questione è complessa e certamente passibile di modifiche e migliorie. Ad esempio, si consente alle persone di richiedere velocità e stabilità maggiore di uso di internet per certe tipologie di contesti, pensiamo allo streaming video o audio.

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Quello che Quintarelli propone è di permettere agli operatori di: “commercializzare servizi a valore aggiunto di prioritarizzazione di classi di traffico nella rete di accesso, per soddisfare una richiesta dell’utente riguardante il proprio segmento di rete di accesso”. I servizi a valore aggiunto (VAS), detti anche premium, sono forniti da telco ma anche società esterne attraverso SMS, MMS o connessione dati, sia su smartphone che computer. Comprendono: suonerie, loghi, meteo, news, oroscopi, sfondi, musica e video. Se un qualsiasi operatore decidesse di fornire tali VAS a velocità maggiori, per un prezzo maggiorato, potrebbe dunque farlo, spingendo (al di là dei testi burocratici) tante persone ad accettare la proposta pur di ottenere un contenuto qualitativamente migliore (pensiamo all’HD, al 4K). Il fatto che non sia chi offre la connessione ad obbligare il contraente ma il navigatore  stesso a chiederlo (formalmente, con una proposta sottoscritta online o in negozio) cambia poco. E si prosegue con: “la richiesta dell’utente deve essere liberamente espressa, sottoscritta, anche online, oggetto di un separato accordo tariffario e contrattuale rispetto al contratto di abbonamento alla rete internet”. In poche parole: si può continuare ad avere un accesso normale basilare a internet, con la possibilità (teorica e attualmente inesistente) di ottenere un’esperienza migliore accettando un’offerta extra, che renda prioritario il traffico per quel servizio. Neutralità quindi, ma fino a un certo punto.