Per UniCredit parlare di innovazione significa parlare della trasformazione digitale del modello di business, dei servizi e dei prodotti, a partire dalla semplificazione organizzativa interna. «Le banche sono considerate come attori sistemici di impronta conservatrice – spiega Massimo Milanta, Group CIO & CSO di UniCredit – e per questo oggi raccontare l’innovazione di una banca non può limitarsi all’introduzione di nuove tecnologie, ma è da intendere in modo più ampio a partire dall’adozione di un nuovo mindset nella relazione tra colleghi, clienti e terze parti».
In particolare, se prima gli ecosistemi esterni venivano guardati a distanza e valutati come potenziali competitor, di cui il mondo fintech è un caso esemplificativo, «oggi, i soggetti di mercato – continua Milanta – sono sempre più interconnessi, perché è il cliente a esserlo e a richiederlo». E quindi, anche il settore bancario deve entrare a far parte di questa rete in modo rinnovato. «In questo senso, il sistema finanziario cambia il mondo nella sua attività di distribuzione di risorse economiche, ma allo stesso tempo è esso stesso a cambiare in linea con il quadro generale della realtà in cui operiamo».
La banca del futuro
Secondo Milanta, la banca del futuro sarà allineata al livello di digitalizzazione del Paese in cui opera, «perché la sua evoluzione è strettamente connessa all’avanzamento della cultura e della propensione al digitale dei suoi clienti». Le tecnologie rivolte al settore finanziario sono in piena evoluzione e le banche sono tra i principali attori di questo cambiamento. «Come IT – afferma Milanta – dobbiamo avere un ruolo propositivo, oltre che reattivo, alla domanda che ci arriva dal business. In questa direzione, le partnership con soggetti terzi come le startup sono importantissime. Infatti, il modello di innovazione in azienda è molto diverso da quello esterno, come quello proposto dall’ecosistema del fintech, che quindi è un bacino fondamentale da cui assorbire soluzioni d’avanguardia, in tempi rapidi». Per questo motivo, all’inizio del 2016, UniCredit ha lanciato UniCredit evo, un fondo fintech con capitale di 200 milioni di euro, come veicolo per consolidare la partnership con le startup. Internamente, invece, il Gruppo si è dotato di un centro di competenza trasversale ai Paesi sui temi dell’innovazione, affiancato da un vero e proprio dipartimento di Ricerca & Sviluppo per lo studio e lo sviluppo dei prototipi.
Privacy e sicurezza
«Nell’era del digitale, i rischi legati alla sicurezza sono crescenti – avverte Milanta – ed è necessario trovare un livello di equilibrio ottimale tra usabilità dei sistemi da parte degli utenti e garanzia della protezione dei loro dati, per offrire un’esperienza online flessibile e veloce ma che allo stesso tempo riduca l’esposizione al rischio dei nostri clienti». Non solo. L’esigenza di protezione del dato è da tempo sentita anche a livello europeo ed è ora normata dal nuovo “Regolamento Europeo” in materia di protezione dei dati personali. «A livello aziendale, dunque, gli investimenti in tecnologia tengono da sempre in considerazione sia l’esigenza di protezione del dato sia la normativa in vigore».
Governance data driven
In UniCredit, la data governance consiste nella conoscenza di come il dato si forma nel suo ciclo di vita in un processo che va dalla sua creazione al “consumo”. «L’obiettivo – spiega Milanta – è che il dato si trasformi in informazione e l’informazione in conoscenza, a vantaggio delle analisi per il business». Lo scorso anno, in linea con questa visione, il Gruppo si è dotato della nuova funzione del chief data officer, responsabile unico del governo dei dati aziendali, al fine di garantirne qualità intrinseca, coerenza e tempestiva fruibilità a supporto dei diversi processi operativi. In pratica, «dal Rischio al Business passando per il Finance» – sintetizza Milanta, che sottolinea un altro fatto importante: «UniCredit è stata la prima banca in Italia a dotarsi di una figura unica, con un presidio centralizzato e allo stesso tempo “federato” dal punto di vista dell’organizzazione e trasversale a tutto il Gruppo. Del resto, tenendo conto della velocità di evoluzione della tecnologia, per un CIO di Gruppo come Milanta è naturale dire che l’IT e i suoi sistemi sono «abilitatori e acceleratori della nuova era digitale a supporto dello sviluppo del nostro business». In quale modo la tecnologia inciderà sulla qualità delle relazioni tra tutti i soggetti economici coinvolti dipenderà non solo dagli strumenti, ma anche dalle persone.