Facebook prova lo streaming dei video offline in India

L'India ordina a Facebook e Twitter di rimuovere i post che criticano la cattiva gestione della pandemia

La volontà è permettere agli indiani di scaricare i filmati quando hanno una buona connessione per rivederli quando vogliono, senza consumare dati extra

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Tra i big della rete Facebook è forse l’ultima ad aver capito che se i video sono la tipologia di contenuti più fruiti sul web (social compresi), forse vale la pena renderli disponibili anche in modalità offline. Per questo, il gigante di Menlo Park sembra stia provando una nuova funzione in alcune parti mondo, dove potrebbe ottenere un bel po’ di successo, come in India. D’altronde qui ci sono 130 milioni di persone che usano ogni giorno il social network su una stima di 1,25 miliardi di cittadini e le analisi previsionali parlano di oltre 500 milioni di individui che avranno accesso alla rete nel paese, entro il 2017.

Di cosa si tratta

E’ evidente dunque che Zuckerberg abbia tutto l’interesse di portare dentro la sua piattaforma tanti click; per carità, un obiettivo condivisibile quando quello che puoi vendere è l’accesso ad un portale e la permanenza dilungata su di esso. Tornando ai video, Facebook ha dunque deciso di incrementare sulle app per smartphone e tablet una funzione di download, in modo da permettere agli utenti di scaricare i contenuti e fruirli successivamente, anche in modalità offline. “Continuiamo a migliorare Facebook per renderlo accessibile a chiunque nel mondo – ha spiegato il social network a VentureBeat – abbiamo ricevuto feedback circa il mercato mobile in India, dove la disponibilità di dati e la connessione sono limitati e così molti non riescono a godere di contenuti visivi quanto vorrebbero. Per questo stiamo testando l’opzione di download dei filmati, così che gli iscritti possano accedervi quando vogliono, sia online che offline, senza consumare dati extra”.

Leggi anche:  X aprirà negli Usa un team di moderazione dei contenuti