Dionigi Faccenda (OVH Italia), il data center nell’era del cloud

Faccenda Dionigi_Ovh

Tra “software defined” e primato della modalità ibrida, il cloud è sempre più protagonista e determina cambiamenti anche nei data center tradizionali

La trasformazione in atto non risparmia nemmeno uno dei paradigmi più in evoluzione dell’IT, quello del cloud, assurto negli ultimi anni al ruolo di vero protagonista delle scelte infrastrutturali delle aziende, e declinato in diverse variazioni, dove l’ibrido è quello al momento più gettonato. Ma come si riflette la supremazia del cloud sul ruolo del data center aziendale classico? Dionigi Faccenda, sales & marketing director della filiale italiana di OVH, società specializzata nella fornitura di infrastrutture Internet e nell’ambito cloud, non ha dubbi: «Il data center rimane un punto fermo dell’infrastruttura IT, anche se nel corso degli anni ha visto il suo ruolo intaccato da altre strutture, come quelle che vengono indicate con il termine di “shadow IT” e che spesso nascono da esigenze specifiche che non trovano immediata soddisfazione». Insomma, la centralità del data center non viene meno, come è dimostrato dalla «crescita del cloud ibrido, che spinge i software dei data center locali ad adeguarsi sempre più, proprio per essere in grado di unire al meglio le forze nelle infrastrutture ibride che vedono la parte sulla ‘nuvola’ fornita dai grandi cloud provider, che hanno certificazioni di elevatissimo livello» – prosegue Faccenda.

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Infrastrutture in evoluzione

Un successo, quello del cloud, «che riguarda pure l’Italia, come ha recentemente certificato anche Eurostat, quando ha osservato che nel nostro Paese si tratta di una tecnologia ormai matura, e come dimostra anche la nostra crescita negli ultimi anni, sempre nell’ordine del 40%» – sottolinea Faccenda, precisando che le motivazioni che hanno decretato l’affermazione delle infrastrutture sulla “nuvola” sono più che mai attuali, in primo luogo «la necessità che hanno le aziende, in questa fase di digital transformation, di contenere i costi e soprattutto di essere sempre agili e reattive sul mercato». Ma se il cloud ha conquistato in pochi anni quasi tutti i settori di mercato, grazie a «infrastrutture scalabili e rapidamente evolutive, per le aziende ora è il momento di proseguire nella direzione di rendere ancora più rapide l’implementazione e la configurazione della propria infrastruttura di rete» – spiega Faccenda.

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A tutto “software defined”

L’evoluzione più recente del cloud avviene alla luce della crescente tendenza alle infrastrutture “software defined”, definite cioè dal software, che permettono – sottolinea Faccenda – di puntare «su un cloud con prestazioni di assoluto rilievo, capace di soddisfare le esigenze più sofisticate». Ne è un esempio, la recente offerta realizzata da OVH in collaborazione con VMware, che è stata studiata per aprire sempre più la strada verso l’iperconvergenza e le frontiere più avanzate del cloud ibrido. Denominata appunto “Software Defined Datacenter on demand”, la proposta si basa sull’infrastruttura di OVH e sulla piattaforma di virtualizzazione di rete NSX sviluppata da VMware per offrire una generazione di data center virtuali intelligenti totalmente dedicata e automatizzata, rendendo possibile ai responsabili IT di implementare con pochi clic tutte le componenti di rete necessarie e di definire le policy di sicurezza, in completa autonomia, sconfinando quindi nell’ambito del “software defined networking”, altro fenomeno in costante crescita.