Dai database alla data driven enterprise

Nell’area dell’information management – la gestione dei dati – l’evoluzione tecnologica in tutti questi anni è stata continua, profonda, e sempre più rapida. Intanto, è profondamente mutato il mercato in cui le aziende operano: la competitività è sempre maggiore, e sempre più globale, i clienti e i consumatori sono sempre più informati, e sempre più selettivi: è forte la pressione sulle aziende che sono quindi costrette a gestire i propri asset informativi in maniera sempre più efficace. I decision maker devono avere accesso ai dati relativi a tutti gli aspetti che possono influire sulle loro decisioni, e su tutti gli elementi che ne sono influenzati: chi non si muove per tempo e chi è inefficiente viene punito dal mercato. Gestire bene le informazioni aziendali ormai non è più un mero supporto al business, ma è diventata la base della strategia aziendale: chi innova, spesso, ha importanti vantaggi competitivi sui propri competitor, chi si ferma, invece, è perduto. È essenziale gestire al meglio l’intero ciclo di vita delle informazioni: acquisirle, integrarle, certificarle, elaborarle, archiviarle, trovarle, analizzarle, distribuirle. La necessità di operare con sempre maggiore attenzione sui dati (aziendali e non), ha portato i player che operano nel settore a sviluppare strumenti sempre più sofisticati per consentire il massimo sfruttamento delle informazioni, facilitando nel contempo l’utilizzo.

Negli anni, si è passati dall’estrazione di informazioni dai database, con query più o meno complesse – approccio sufficiente per operare nel mercato degli anni 70 – all’utilizzo di sistemi di supporto alle decisioni e di software di analisi dati dotati di funzionalità statistica più che di analisi vera e propria, a partire dagli anni 90. Si è passati poi agli strumenti di business intelligence e alle architetture di data warehouse e di data mart, al performance management, fino ad arrivare agli analytics e agli advanced predictive analytics. Anni fa, i database rendevano possibile la valutazione di eventi già accaduti, gli strumenti di oggi permettono di prevedere le future tendenze del mercato e i comportamenti dei clienti, e sono anche in grado di dare indicazioni concrete sulle azioni da intraprendere. Cosa dire, poi, dei dati? Senza andare indietro di quarant’anni, anche quindici anni fa si faceva una certa fatica a integrare dati, anche all’interno della stessa azienda, generati da due applicativi di produttori diversi, o eseguiti su computer con sistemi operativi diversi. Oggi invece, è possibile integrare tra loro in modo semplice non solo testi e numeri, ma anche immagini, video, musica, perfino dati provenienti dal web, dall’ecommerce e dai social, email e segnali provenienti da oggetti connessi al web (sensori, elettrodomestici evoluti…).

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I decision maker possono quindi compiere analisi in tempo reale, sugli enormi archivi che sono i big data, da pc, tablet, smartphone, in ufficio, a casa, in viaggio: si parla, oggi, di data driven enterprise e di digital transformation. Data Manager, seguendo l’evoluzione di mercato, ha cercato in questi anni di mostrare ai propri lettori i cambiamenti in atto: così, con il supporto di analisti, player di riferimento del settore e aziende utenti, sono stati illustrati i nuovi strumenti, i nuovi campi di applicazione, i nuovi scenari di mercato. L’evoluzione ha semplificato anche il nostro lavoro: ora è molto più facile ricevere materiale informativo, tenere ordinato un archivio, fare ricerche, organizzare incontri e interviste. Ricordo, all’inizio della mia collaborazione, le volte che sono stato chiamato dalla redazione perché il floppy disk dove avevo salvato l’articolo, consegnato con un pony express, era illeggibile, e dovevo rifare la spedizione, o andare di persona in sede. Oggi, per fortuna, c’è l’email.