Il Garante della privacy ha aperto un’indagine su come Change.org raccoglie e protegge i dati dei firmatari e promotori delle petizioni online
Change.org è una delle piattaforme di petizioni online più importanti a livello globale. Solo in Italia il portale conta oltre 5 milioni di utenti e ogni giorno vengono caricate richieste a governi e istituzioni in ambito sociale e politico. Il Garante della privacy vuole però conoscere quale sia il trattamento dei dati degli utenti previsti dal servizio e gli ha quindi recapitato un’istruttoria in cui elenca gli ambiti dove desidera ricevere chiarimenti.
Nello specifico il Garante vuole capire come viene tutelata la privacy dei firmatari delle petizioni e come vengono informati sulle regole riguardo la protezione dei dati personali. L’autorità inoltre ha chiesto il numero effettivo degli utenti italiani e dove sono situati i server che ne immagazzinano i dati e quali misure di sicurezza sono previste per la loro protezione.
Change.org ha immediatamente risposto al Garante tramite una dichiarazione a L’Espresso e si dice pronta a collaborare con l’autorità per la privacy. “Operiamo in maniera pulita. – ha dichiarato l’organizzazione – Non c’è nessun gioco sporco dietro a quello che facciamo. Anche se sappiamo bene che purtroppo il fango fa sempre più clamore, voglio sperare che ci siano ancora tante persone che vogliano ascoltare i fatti, prima di giudicare. Nessuno, per aver firmato una petizione su Change.org, ha poi ricevuto una email commerciale. C’è chi lo permette, noi non lo permettiamo”.