Il CEO di BlackBerry, John Chen, ritiene che la crittografia di Apple limiti la sicurezza per i cittadini di tutto il mondo
La decisione presa da Apple nella diatriba con l’Fbi sullo sblocco dell’iPhone dell’attentatore di San Bernardino ha provocato un effetto a catena tra le aziende dell’hitech. Oggi moltissimi servizi come WhatsApp e Messenger hanno introdotto la crittografia per proteggere la privacy dei loro utenti. Secondo il CEO di BlackBerry, John Chen, il comportamento tenuto da Apple non aiuta a garantire la sicurezza dei cittadini. Il colosso di Cupertino protegge sì i dati personali degli utenti ma allo stesso tempo limita la libertà d’azione delle agenzie che devono combattere terrorismo e altri crimini. La cosa curiosa è che queste accuse sono mosse da un’azienda che ha fatto della privacy il suo punto di forza.
A dicembre il numero uno dell’azienda canadese aveva già attaccato la Mela su questo argomento e, a seguito della mancata partecipazione di Apple ad un incontro sulle backdoor con il senatore John McCain, è tornato nuovamente a farlo durante un question & answer al BlackBerry Security Summit. “Uno dei nostri competitor, lo chiameremo “la compagnia dell’altro frutto”, – ha dichiarato Chen – ha un atteggiamento di diniego in merito alle possibili conseguenze sulla società: non vuole essere d’aiuto. Lo trovo preoccupante come cittadino. Credo che BlackBerry, così come ogni altra compagnia, debba mostrare una responsabilità sociale di base. Se il mondo è in pericolo, dobbiamo essere in grado di aiutarlo”.
Il CEO di BlackBerry non è favorevole all’obbligo per i produttori di inserire una backdoor che consenta il recupero dei dati ma allo stesso tempo ritiene che una maggiore collaborazione con le istituzioni sia più utile per la sicurezza de cittadini piuttosto che un atteggiamento di scontro totale. Chen ha sottolineato che Apple si è sempre mostrata disponibile quando era in possesso di informazioni che potevano essere utili per le indagini ma tutto si è complicato quando la crittografia le ha impedito l’accesso a tutti i dati contenuti nei suoi dispositivi.