Bulgaria: d’ora in poi al governo solo software open source

Passa al parlamento l’emendamento Electronic Governance Act, che richiede uno sviluppo con licenza aperta per tutti i programmi destinati agli uffici pubblici

Una decisione storica, non tanto per la sua portata quanto per il cambiamento di rotta che prevede. Il parlamento bulgaro ha sancito l’approvazione dell’Electronic Governance Act, che di fatto obbliga le software house che sviluppano programmi per il governo, a pubblicare le repository dei loro lavori, scritti con licenza open source. Nello specifico, l’articolo 58a dell’atto recita così: “Quando un soggetto contraente include nel lavoro di sviluppo anche programmi informatici, questi devono rispettare i criteri dell’open source; tutti i diritti di copyright e inerenti l’uso, il codice sorgente, il design dell’interfaccia e il database spettano al committente; mentre il lavoro di realizzazione deve essere svolto all’interno di una repository gestita dall’agenzia, in accordo con la legge”.

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Cosa succede

Bozhidar Bozhanov, consigliere del primo ministro bulgaro, ha chiarito i motivi dietro l’introduzione della legge: “Qualsiasi software personalizzato usato dal governo sarà accessibile e visibile a tutti. Questo perché a pagarlo sono i contribuenti, è giusto dunque che sia disponibile per chiunque e che ognuno possa sapere di cosa si tratta, così da trarne anche un eventuale beneficio”. Si tratta di un approccio quanto mai intelligente e trasparente nei confronti degli elettori in Bulgaria. I programmi open source, come è noto, possono essere modificati e migliorati senza problemi di sorta. Ciò comporterà un notevole risparmio economico per il paese; ad esempio qualora sia un utente a individuare una falla nel sistema o un modo per incrementare le funzionalità e la sicurezza durante l’utilizzo. Così non solo si evita di sperperare denaro affidando a terzi la gestione di una piattaforma, ma si invogliano anche le persone a scoprire come la politica si muove a livello informatico, su quali strutture e servizi basa la propria organizzazione. Oltre alla Bulgaria, già la Francia, la Norvegia, il Brasile e gli Stati Uniti usano strumenti open-source per vari scopi. Noi siamo agli inizi: in Italia, all’inizio dell’anno, il Ministero della Difesa è passato a LibreOffice.