Per la costruttrice, le tecniche usate per realizzare auto non sono così diverse da quelle della robotica. Per questo in futuro potrebbe lanciarsi nel particolare mercato
“Le auto e i robot del futuro potrebbero fare più o meno le stesse cose, aiutare le persone”. Si tratta del pensiero di Gill Pratt, CEO del Toyota Research Institute, che è intervenuto ad una conferenza a Tokyo, in cui ha spiegato la vision del più grande produttore di auto al mondo. Secondo Pratt, allo stato attuale, il mercato della robotica vive un momento delicato, paragonabile all’era pre-fordiana, quella in cui non si conoscevano ancora i vantaggi della catena di montaggio. Per Toyota dunque, serve una spinta in tal senso che possa donare alla produzione di massa dei robot una concretezza già presente nelle logiche di produzione moderne.
Cosa aspettarsi
“Il mio pensiero è che se il sistema di costruzione di Toyota può essere applicato ai veicoli, forse vale anche per i robot, visto che sono simili. Le auto e i robot del futuro alla fine faranno la stessa cosa, aiutando le persone”. Toyota crede fermamente negli sviluppi della robotica applicata ad una distribuzione di massa. Nel 2015 ha fondato il suo istituto di ricerca finanziandolo con 1 miliardi di dollari in 5 anni. Gli interessi della multinazionale combaciano con quelli del primo ministro giapponese, Shinzo Abe, che ha già parlato in tempi non sospetti dell’attesa di una “rivoluzione dei robot” nel paese, con l’obiettivo di portare l’industria del sol levante a quadruplicare gli introiti, con il raggiungimento di 23 miliardi di dollari entro il 2020.