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In un convegno riservato a CIO e innovatori, IDC ribadisce l’importanza della digital transformation per abilitare infrastrutture e processi aziendali alle prossime sfide dell’economia digitale

In Europa, osservano gli analisti di IDC, i “digital disruptor” sono solo una esigua minoranza. Solo cinque aziende su cento. Ma chi sono i “disruptor”? Sono le aziende meglio attrezzate per sfruttare al meglio i modelli di business digitali, quelli che richiedono infrastrutture e processi orientati alla valorizzazione pressoché real-time delle informazioni generate dai molteplici canali di interazione tra aziende, fornitori e clienti. In una parola, le aziende che hanno portato a termine con successo la fase di digital transformation che investe non solo data center, sistemi aziendali e applicazioni, ma l’intera catena di processo che conduce dall’ideazione di un prodotto o di un servizio, alla sua produzione, distribuzione, promozione e vendita. Ricavando da ogni fase successiva all’ideazione i feedback necessari a far ripartire il ciclo.

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In quest’ottica, sottolinea IDC, il processo di trasformazione digitale deve evolvere attorno a più cardini, messi in relazione tra loro:

– abilitare nuove logiche per acquisire e sfruttare dati e fonti eterogenee interne ed esterne, facendo leva su una nuova generazione di architetture dell’informazione.

– rendere i prodotti e gli asset fisici più idonei al nuovo ecosistema aziendale che si apre a modelli IoT ed ecosistemi interconnessi, portando più intelligenza e capacità predittive nelle business operations.

– permettere un miglior “consumo” di dati e di viste sul business, ovvero spingere l’esperienza di osservazione, analisi e decisione dentro un contesto aziendale in tempo reale.

Un cammino non facile da percorrere, riconosce IDC, in uno scenario in cui le agende di chi in azienda è incaricato di governare le infrastrutture e l’innovazione, sono dettate dalla costante ricerca di un equilibrio tra doveroso cambiamento e altrettanto impellenti necessità quotidiane. Per interrogarsi sull’evoluzione dei modelli informativi e operativi delle aziende verso questo traguardo, individuare le best practice “più ripetibili” e cercare di interpretare meglio i ruoli che CIO e CTO devono assumere, accanto alle specifiche figure di governo dell’innovazione e in un contesto decisionale sempre più allargato, IDC ha organizzato una serie di incontri di alto livello riservati ai manager IT delle aziende. Il primo di questi incontri si è tenuto a Milano lo scorso 5 maggio, nelle sale seicentesche di Palazzo Visconti.

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Introducendo la discussione che è proseguita a porte chiuse, Fabio Rizzotto, Research Director di IDC, ha chiaramente indicato come gli effetti della digital transformation non si ripercuotono soltanto sulle infrastrutture tecnologiche ma richiedono la capacità di introdurre una nuova mentalità anche a livello di leadership, modelli operativi, risorse umane, un nuovo modo di concepire l’informazione come valore, conferendo al business un connotato esperienziale che coinvolga non solo l’azienda ma soprattutto il cliente – che deve diventare ancora più “complice” del processo produttivo – in una approccio davvero integrato a un mondo in cui la fisicità dei prodotti si intreccia indissolubilmente con i dati e i canali digitali.

Al centro della trasformazione, ha proseguito Rizzotto, non deve più essere semplicemente il guardiano dell’infrastruttura IT, della contrattualistica con i fornitori tecnologici, della ottimizzazione e disponibilità dei servizi. Ma puntare a diventare una autentica guida del processo di trasformazione dei modelli operativi, contributore diretto alla agilità del business, concreto abilitatore di nuovi prodotti e servizi a elevato contenuto tecnologico. «Si tratta insomma di creare un circolo virtuoso di costante creazione di valore, costruendo un solido ponte tra l’IT tradizionale e le nuove piattaforme per l’azienda “digital first”».

Videointervista a Matteo Losi, Innovations Sales Director – SAP Italia

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Parlando con DMO, Matteo Losi, Innovations Sales Director di SAP Italia, co-sponsor dell’evento, ha ribadito che la digital transformation è un percorso inevitabile per assicurare la competitività. L’adozione di piattaforme per il business real time è favorita da una cultura che permea l’intera organizzazione, di modelli operativi snelli ed efficienti, dalla capacità di trasporto dei dati da valorizzare. «Soprattutto la capacità di portare il cliente all’interno dell’azienda – ha sottolineato Losi – e farlo diventare attore principale delle scelte, della personalizzazione dei prodotti, una capacità su cui SAP ha investito e continua a investire, unendo le dimensioni transazionali e analitiche, semplificando le interfacce, “umanizzando” le proprie soluzioni».

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Durante l’evento è stato presentato il Digital Transformation Maturity Scape Benchmarking Tool di IDC promosso da SAP, che permette alle aziende di conoscere il proprio posizionamento digitale e ricevere indicazioni personalizzate per orientarsi nella Digital Transformation. Una preview è disponibile a questo link.

Videointervista ad Andrea Toigo, Pre-Sales Director Southern Central and Eastern Europe – Intel

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E Andrea Toigo, Pre-sales Director Southern Central and Eastern Europe, di Intel, anch’essa promotrice dell’incontro, ha invitato le imprese che vogliono cogliere tutte le opportunità del digitale a riprogettare la propria infrastruttura in funzione dell’interfacciamento con i servizi del cloud ibrido. Uno sforzo, ha detto Toigo, facilitato dall’uso di standard aperti. «Intel opera per un ecosistema il più ampio possibile, definendo standard e stimolandone l’adozione, progettando tecnologie riferite a tali standard. Da qui parte per Intel lo sviluppo di risorse computazionali, di storage, di rete per il data center, oltre allo strato software che permette un interfacciamento sempre più semplice».

Videointervista a Raffaele Gamberini, Direttore sistemi informativi – La Feltrinelli

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