Il futuro della riabilitazione passa per un ambiente VR che permette di affrontare meglio defict psichici e motori
Curare al meglio grazie alla tecnologia. È questo l’obiettivo che ha mosso, sin dal 2009, l’IRCCS Auxologico Italiano nella ricerca e l’analisi di nuove modalità per le cure riabilitative. Proprio nel 2009, l’Auxologico aveva presentato durante un evento mondiale, alcuni stralci di quella che oggi è conosciuta come Cybertherapy, ovvero lo sfruttamento di soluzioni digitali (hardware e software) per la prevenzione e la riabilitazione dei degenti. A sette anni di distanza il centro, con varie sedi sul territorio lombardo, ha presentato l’innovativa struttura Cave, un ambiente che integra due stanze per l’utilizzo di programmi virtuali a sostegno di varie terapie.
Il Cave, visto sinora solo presso alcuni contesti internazionali come la NASA, concretizza la cosiddetta Telepresenza Immersiva Virtuale (TIV), un’esperienza di interazione 3D molto simile a quella che si può vivere con visori consumer, come gli Oculus Rift o i Gear VR. Lo scopo è trasportare il paziente all’interno di un ambiente che riproduce situazioni quotidiane, attivando in maniera fattuale dei percorsi di recupero per deficit cognitivi e motori. “Non è sempre semplice riottenere quell’autonomia che si aveva prima di un evento critico, come un’operazione. Il corpo e la mente possono non rispondere correttamente agli stimoli e alle necessità poste dal mondo esterno. Uno strumento altamente tecnologico come il Cave permette di approcciare in maniera diversa un problema, consentendo ad un individuo di adattarsi alla sua nuova situazione, evitando veri e propri shock o stalli terapeutici” – ha spiegato Marco Stramba-Badiale, direttore del Dipartimento Geriatrico-Cardiovascolare e del Laboratorio Sperimentale di Ricerche di Riabilitazione e Medicina Cerebrovascolare dell’Auxologico di Milano.
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Come è stato realizzato
Il Cave è stato realizzato in intesa con il Mistero della Salute e in conto capitale di circa 1 milione di euro, con il 50% a carico della struttura ospedaliera. L’apporto fondamentale alla realizzazione del sistema è arrivato da Forge Reply, business unit dedicata ai progetti più avanzati in ambito hi-tech. “Cave è la dimostrazione che la tecnologia può realmente abilitare la medicina a sperimentare nuove metodologie per la prevenzione di alcune malattie e la cura di tante patologie – ha detto Filippo Rizzante, CTO di Reply – Forge Reply ha messo in campo tutte le proprie competenze per la progettazione di sistemi di realtà virtuale con cui avviare training specifici e personalizzati. La cybertherapy è la disciplina che meglio di altre consente di affrontare alcune necessità dei pazienti, considerate prima maggiormente pesanti e ossessive, quasi invalicabili”.
Come funziona
All’interno delle due stanze vengono riprodotti, su tre schermi e sul pavimento, alcuni contesti classici, generati dal computer e con i quali si può interagire tramite un normale gamepad. Il paziente indossa degli occhialini simili a quelli dei cinema 3D, integrati con alcuni sensori di movimento. In questo modo, ogni singolo spostamento della persona viene recepito e tradotto dal software, così da donare all’utente un senso di verosimiglianza con ciò che farebbe nella vita reale. I risultati in fase di sperimentazione dimostrano il successo dell’aumento di autonomia e auto-stima, incentivati dal supporto del personale terapeuta affiancato.
La realtà virtuale è un concetto nuovo? L’istituto Auxologico la sperimenta dal 1996 con la simulation sickness pic.twitter.com/h18aSj0n1E
— Data Manager Online (@datamanager_it) 22 giugno 2016
“Spesso si parla della realtà virtuale riferendosi quasi esclusivamente alle applicazioni videoludiche e di intrattenimento. Merito di aziende come Facebook, Oculus e Samsung che hanno globalizzato l’interesse intorno alla materia, senza però specificare quanti altri settori possono beneficiare del VR – ci dice il prof. Giuseppe Riva, direttore del Laboratorio di Tecnologia Applicata alle Neuroscienze dell’Auxologico – la medicina può beneficiare assolutamente delle novità portate dalla realtà virtuale, sia per la riabilitazione fisica che psicologica. Pensiamo alla possibilità di allenare la memoria per gli individui più anziani, oppure a percorsi di conoscenza del sé tramite programmi di virtualizzazione corporea, in modo particolare per chi vive con l’obesità o altri disturbi dell’alimentazione”.