A dirlo è Tim Berners-Lee, inventore del World Wide Web che combatte per rendere più sicuro il mondo digitale
Internet? Solo la più grande rete di sorveglianza al mondo. E’ il pensiero di Tim Berners-Lee che al New York Times ha spiegato cosa è diventato il web, attraverso una serie di processi creati con lo scopo di rendere l’etere digitale una sorta di gabbia virtuale, pronta a monitorare i suoi cittadini. “Controlla quello che le persone possono vedere – ha detto – e ha creato meccanismi che permettono agli utenti di interagire. Prima era grandiosa ma lo spiare, il bloccare siti, la riproposizione a proprio piacimento dei contenuti e sbagliato e mina completamente lo spirito di favorire il contatto e l’interazione”.
Oligarchia
Secondo Berners-Lee, il problema non è solo la sovrastrutturazione determinata di internet, ma anche l’esistenza di pochi soggetti che dominano settori specifici del web, come Facebook e Twitter per i social network, Google per le ricerche e così via. Non a caso, l’idea del fondatore del World Wide Web si sposa perfettamente con gli scopi del Decentralized Web Summit, svoltosi a San Francisco e durante il quale sono intervenuti attivisti della rete impegnati a decentralizzare internet appunto, dando maggior controllo agli individui e assicurando un maggior livello di privacy e protezione ai navigatori. “La tentazione di impossessarsi della rete da parte dei governi e delle compagnie è sempre esistita – ha spiegato Berners-Lee – si tratta di un obiettivo che seguiranno con costanza, perché se c’è anche una sola possibilità di monitoraggio, state certi che lo otterranno”.