Dopo un iter durato diversi mesi, la trasparenza per la PA è realtà, gli enti dovranno adattarsi entro fine anno
Non è forse la legge voluta al 100% dalle associazioni rientranti nel Foia4Italy ma è comunque un primo passo verso una maggiore democratizzazione dell’accesso agli attici pubblici nel paese. Con il Foia italiano, per correttezza conosciuto come decreto legislativo n. 97 del 25 maggio 2016, anche lo stivale si allinea, almeno in parte, ai principali governi europei che hanno semplificato e velocizzato l’accesso dei cittadini ad atti e informazioni inerenti la Pubblica Amministrazione e le sue attività. Dopo il voto in aula, oggi arriva l’ingresso del decreto in Gazzetta, con la specifica dell’entrata in vigore il prossimo 23 giugno.
Cosa succede
Secondo il documento, le amministrazioni hanno 6 mesi per adeguarsi (quindi dicembre), in attesa delle Linee Guida di Anac. con il nuovo diritto di accesso informativo che potrà essere esercitato dagli italiani a partire dal 23 dicembre. A livello tecnico, dal punto di vista soggettivo, la richiesta di accesso non sarà più soggetta ad alcuna qualificazione e motivazione, per questo, il richiedente non dovrà dimostrare di essere titolare di un “interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente ad una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l’accesso”. Dal punto di vista oggettivo, invece, i limiti applicabili alla nuova forma di accesso civico sono più ampi, tra cui l’apposizione, da parte delle amministrazioni, dell’impedimento al rilascio delle informazioni, se queste possono compromettere alcuni rilevanti interessi pubblici generali.