Enter 96-16. Dal capitalismo alla sharing economy

Enter compie 20 anni e presenta un ecosistema di servizi fatto di rete, cloud computing, coworking, digital fabrication, crowdfunding e open education

“Da alcuni mesi, ogni giorno, sui diversi mezzi di comunicazione si fa un gran parlare di Internet, la rete mondiale tra i computer; tutti ne parlano, ma è ancora troppo riservata agli addetti ai lavori”. Era il 1996 e con queste parole Enter faceva il proprio ingresso sul mercato. Sono passati 20 anni e oggi internet è tutto.

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La mission di Enter è sempre stata quella di offrire l’accesso ad infrastrutture e tecnologie nel modo più semplice ed economico possibile, in maniera tale che tutti potessero utilizzarle per lavorare, innovare e inventare il futuro. Era così negli anni ’90 quando la novità si chiamava internet, è così oggi con il cloud computing, il coworking, il crowdfunding, la digital fabrication e la formazione libera.

Le radici

Connettività, telefonia e servizi datacenter sono le fondamenta Enter. Nel 1998 la tecnologia internet più all’avanguardia si chiamava ISDN, nel 2000 ADSL, negli anni successivi dark fiber e ponti radio. Le radici del provider milanese sono fatte di rame, fibra ottica e ferro, di datacenter, nello specifico due, di proprietà e adiacenti al principale snodo di connettività italiano (il MiX di Milano). Sono fatte di colocation e hosting, di server fisici e virtualizzazione, di cavi che dai primi anni 2000 corrono sotto il suolo italiano e che oggi arrivano a Londra, Parigi, Amsterdam, Francoforte, Bruxelles, Stoccolma, Madrid, New York e Hong Kong.

Il motore del cambiamento

Nel 2012 Enter presenta sul mercato Enter Cloud Suite, servizio cloud IaaS distribuito in Europa che consente di gestire server, storage, reti e molto altro attraverso un’interfaccia grafica o tramite API. Sotto il cofano di Enter Cloud Suite c’è OpenStack, sistema operativo open source per servizi cloud che fa leva su una community di 40.000 sviluppatori e 600 aziende situate in 180 paesi in tutto il mondo.
Ivan Botta, CEO di Enter, scopre OpenStack durante un soggiorno a San Francisco nel quale entra in contatto con molte startup situate in spazi di coworking o fablab. Enter individua così i luoghi che facilitano il cambiamento e una cultura, quella open source, strettamente connessa con
il diritto fondamentale di ogni individuo ad essere indipendente da qualsiasi sistema prestabilito per i propri bisogni fondamentali.

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[blockquote style=”4″]“Da quando abbiamo scelto OpenStack come piattaforma software per il cloud computing”, commenta Botta, “abbiamo imparato che connettere tra di loro le persone è il modo migliore per generare idee, risolvere problemi e creare valore.”[/blockquote]

Nel 2013 Enter trasforma i propri uffici in Login, il più grande coworking tecnologico di Milano. Nel 2014 investe in WeMake, fablab dedicato a stampa 3D, Arduino e tecnologie indossabili, e in Produzioni dal Basso, la prima piattaforma italiana di crowdfunding. In seguito aderisce al progetto Open Compute e inizia a progettare la propria idea di un nuovo datacenter sostenibile. Nel 2016 presenta LOG.ED, servizio di open education pensato per rendere disponibili le proprie competenze e quelle della propria community in un sistema di ricircolo delle informazioni.
Lo stesso anno Enter Cloud Suite vince il bando europeo “Digit Cloud I” e diventa l’unica azienda italiana tra i fornitori ufficiali di servizi cloud per l’Unione Europea.

[blockquote style=”4″]“L’open source non ha nulla a che vedere con il software”, prosegue Ivan Botta, “È un modello economico e culturale sostenibile in cui le aziende aprono l’accesso ai propri sistemi di produzione per abilitare la collaborazione tra gli individui e costruire cose nuove”.[/blockquote]

Il futuro

Oggi Enter è un ecosistema di infrastrutture formato da rete, datacenter, cloud, spazi di lavoro, energia, logistica e sistemi di produzione a disposizione di tutte le persone e le aziende che vogliono costruire il futuro.