Edward Snowden? Una sorta di “servizio pubblico”

Sono le parole espresse da Eric Holder, ex procuratore generale degli Stati Uniti che evidenzia i lati positivi del dibattito sul monitoraggio

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Non è un caso isolato, anzi. Dopo essere usciti da una carica istituzionale governativa, diversi soggetti hanno espresso il loro parere, spesso positivo, su quanto compiuto da Edward Snowden. Il ragazzo, oramai ben integrato nella quotidianità russa, tramite le sue rivelazioni avrebbe offerto una sorta di “servizio pubblico”, secondo l’ex procuratore generale degli Stati Uniti, Eric Holder. Questo non vuol dire che al giovane informatore non debbano essere imputati una serie di altre infrazioni critiche, tra cui la diffusione di materiale classificato, che andrebbero punite, per Holder, al pari di qualsiasi altra persona.

Il parere dell’ex

Quello dell’ex procuratore è ovviamente un parere personale che però si rispecchia in quello di altri soggetti all’interno degli Stati Uniti. Anche per lui, senza il lavoro di Snowden oggi non si parlerebbe così tanto di privacy e sorveglianza digitale. Un atto dunque fondamentale per una nuova presa di coscienza sugli strumenti nelle mani della National Security Agency e dei partner internazionali, ma che per Holder porta con sé evidenti conseguenze. Tra queste, il danneggiamento degli interessi americani su un doppio canale. Prima di tutto interno, visto che gli stessi agenti federali lavorano adesso in uno stato di maggior pericolo vista la possibilità di bloccare e rendere nulli gli strumenti usati per lo spionaggio (ad esempio tramite l’uso di Tor). Poi verso l’esterno, ovvero nell’atteggiamento che gli stati esteri hanno intrapreso nei confronti degli States, rei di aver spiato in passato leader e autorità politiche, senza alcun mandato o giustificazione. Non a caso, più di una volta la Germania ha “invitato” il governo di Washington a fermare le azioni di monitoraggio online e offline ai danni dei suoi governanti.

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