Citrix e Italcementi: virtualizzazione e mobility per un’azienda distribuita

Italcementi: una società  italiana con una presenza globale

Italcementi Group, con una capacità produttiva annua pari a 61 milioni di tonnellate di cemento attraverso 46 cementerie, è uno dei principali produttori di cemento a livello mondiale con una forte focalizzazione su innovazione e sostenibilità dei materiali da costruzione.

A fianco dell’attività di produzione di cemento, completano il dispositivo industriale del Gruppo 12 centri di macinazione, 6 terminali di trading e 417 centrali di calcestruzzo che integrano l’esperienza, il know-how e le culture di 22 paesi in 4 continenti del mondo.

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Nel 2014 il Gruppo ha registrato un fatturato consolidato di oltre 4,1 miliardi di euro.

Italcementi, quale membro del WBCSD – World Business Council for Sustainable Development – è tra i sottoscrittori dell’Agenda for Action della Cement Sustainability Initiative, il primo impegno formale che vincola alcune tra le maggiori imprese cementiere al mondo. Il Gruppo ha inoltre aderito al Global Compact, un’iniziativa strategica promossa dall’ONU con l’obiettivo di allineare le azioni delle aziende secondo principi universalmente accettati in termini di diritti umani, condizioni di lavoro, ambiente e correttezza etica.

Attraverso le attività di i.lab, il Centro di Ricerca e Innovazione progettato dall’architetto americano Richard Meier e certificato Leed Platinum, il Gruppo si propone di anticipare gli orientamenti e le necessità del mercato promuovendo il concetto di architettura sostenibile.

Il Gruppo ha recentemente lanciato i.nova, l’innovativo approccio al mercato  basato su 11 famiglie di performance con cui Italcementi vuole offrire alla building community la propria leadership in innovazione.

Nel 2013 Italcementi Group ha istituito il premio internazionale d’architettura al femminile “arcVision Prize – Women and Architecture”, ideato per promuovere i migliori progetti di visione del sociale.

L’azienda distribuita e le sfide dell’IT

Con una presenza distribuita su tutto il territorio nazionale e non solo, è essenziale garantire la massima efficienza del sistema informativo, possibilmente senza moltiplicare i carichi di lavoro. Italcementi è un’azienda estremamente delocalizzata che, oltre all’headquarter di Bergamo, deve  gestire un elevato numero di cementerie e impianti di  calcestruzzo, a volte collocati in luoghi in cui le comunicazioni  non sono  facilissime.

Dal punto di vista dei sistemi informativi, questo tipo di struttura rappresenta sempre una sfida, soprattutto nel momento in cui ci si trova di fronte alla necessità di installare un software uguale per tutti i siti produttivi.  Gli approcci possibili in questi casi sono essenzialmente due: portare fisicamente il software su tutti i pc dei siti in cui è necessario, oppure operare centralmente, con il supporto di un’infrastruttura che ne permetta la distribuzione remota Lo stesso vale poi per tutti gli aggiornamenti, con l’unico onere di avere una rete capace di supportare l’applicazione che si sta installando.

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Italcementi e Citrix: insieme da 15 anni per garantire l’efficienza

Proprio per questo, Citrix è entrata da tempo  nel mondo Italcementi, con la prima installazione avvenuta già nell’anno 2000. La sua penetrazione in azienda è andata poi di pari passo con l’espansione di quest’ultima, prima a livello europeo e poi anche a livello mondiale. “Citrix ci ha aiutato innanzi tutto a risolvere le problematiche del deployment delle applicazioni, che ora può avvenire a livello centralizzato per tutte le filiali in tutto il mondo” racconta Simone Venturati IT – Solution Architect di Italcementi, “Successivamente, con l’aumentare della complessità aziendale e delle richieste di business, abbiamo beneficiato del crescere dell’offerta Citrix e siamo passati dal semplice deployment delle applicazioni installate centralmente all’adozione di ShareFile, un software business per la sincronizzazione e la condivisione in modalità sicura di file e documenti. ShareFile permette la loro condivisione con il mondo esterno in modalità sicura e la possibilità di accedere a essi da più devices, tra cui smartphone e tablet, anche questa una necessità crescente in azienda.”

In seguito, è emersa anche la necessità di avere anche un apparato hardware che permettesse di distribuire applicazioni a elevata intensità di richiesta di banda in modalità sicura. Anche in questo caso, la scelta è caduta su Citrix e in particolare su NetScaler, il suo controller di distribuzione delle applicazioni (ADC). Soddisfare richieste di scalabilità e prestazioni, senza dover costantemente acquistare nuovo hardware è una delle principali priorità per l’IT di oggi e anche Italcementi ha dovuto far fronte a questa sfida. NetScaler si è rivelato subito lo strumento adatto ed è stato scelto anche per rispondere alla necessità di garantire che l’infrastruttura avesse la capacità di gestire la crescente popolazione di utenti che utilizzano più dispositivi senza permettere la diffusione involontaria di informazioni riservate e mantenere la conformità per la sicurezza delle informazioni.

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La strada verso la virtualizzazione: dalle applicazioni al desktop

Uno dei progetti più recenti realizzati in collaborazione con Personal Data, Citrix Solution Advisor, riguarda l’implementazione di una infrastruttura di desktop virtuali. Grazie a tecniche di fault tollerance di Citrix, l’infrastruttura permette agli utenti di accedere ai server e alle applicazioni disponibili bilanciando il carico, mantenendo l’affidabilità di ogni sessione, fornendo indipendenza dalle piattaforme server e dai sistemi operativi e permettendo di localizzare l’ambiente in più lingue. In questo modo l’utente può usufruire del suo desktop con qualsiasi device e ovunque si trovi .

Questa implementazione rappresenta in realtà lo step più recente di un progetto piuttosto complesso iniziato nel 2011, che punta alla divisione in tre layer dei processi di deployment. Il primo layer è rappresentato dalla piattaforma di Citrix provisioning, che ha reso possibile effettuare il deployment del sistema operativo in una bolla di virtualizzazione. A questo punto abbiamo il secondo layer e cioè l’hardware: una serie di macchine fisiche non installate o virtuali ricevono via LAN l’intero sistema operativo ogni volta che le macchine partono. Naturalmente è possibile avere un numero di macchine a piacere: è sufficiente mapparle con il loro sistema operativo e farle partire quando servono. A bordo di queste macchine abbiamo quindi il sistema operativo, e il resto del software applicativo – il terzo layer – viene infine distribuito attraverso XenApp di Citrix

Questo tipo di architettura permette, qualora se ne presentasse la necessità, di aggiungere nuove macchine fisiche – che comunque verrebbero configurate in maniera pressoché automatica all’accensione – oppure di creare server virtuali capaci di recepire la bolla di virtualizzazione in cui è contenuto il sistema operativo. Uno dei principali benefici di un sistema così impostato è che diventa possibile creare logicamente una macchina senza spese di installazione, limitando automaticamente le spese di maintenance e di upgrade. Lo stesso accade con le applicazioni distribuite attraverso XenApp: è possibile decidere di aggiornare separatamente le applicazioni e, quando una nuova applicazione deve essere messa in produzione e quella vecchia rimossa, effettuare questa operazione in one-shot, con tutte le macchine che ricevono automaticamente la nuova modifica.

“Abbiamo scelto Citrix perché è stata un’azienda pioniera e praticamente da sempre leader di mercato.” Spiega Simone Venturati “Solo all’inizio abbiamo fatto un benchmark paragonando le features di Citrix con quelle di altri prodotti, ma avendo presto consolidato la sua leadership, non abbiamo più messo in discussione il vendor.  In particolare, per quel che riguarda il deployment applicativo e la virtualizzazione desktop è sicuramente superiore rispetto ai concorrenti.”

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Maintenance e upgrade: omogeneità e sicurezza

“Tutto il lavoro di maintenance e di aggiornamento delle applicazioni è stato fortemente agevolato da Citrix ma, soprattutto, un grosso aiuto ci è stato dato per quanto riguarda le applicazioni scritte che non erano pronte per essere distribuite su sedi remote. In passato, era necessario riscrivere completamente questo tipo di applicazioni e questo rappresentava un problema sia a livello di costi, sia per le diverse fasi di test, che non sempre davano i risultati sperati” continua Venturati. “Con Citrix siamo invece riusciti a distribuire applicazioni che prima non erano distribuibili a tutti.” La distribuzione di applicazioni centralizzate alle diverse filiali in tutto il mondo è prassi abituale. In precedenza, alcune applicazioni non centralizzate avrebbero richiesto l’installazione remota di sistemi e software di sincronizzazione per riportare i dati centralmente dove poi avrebbero dovuto a loro volta essere rielaborati per avere il risultato finale di una visione di insieme. Oggi, invece, lavorando con un unico database centralizzato è possibile disporre di dati sempre aggiornati.

“Lo stesso problema si è presentato quando abbiamo dovuto rendere fruibili applicazioni originariamente non scritte per i nuovi device e, ovviamente con i limiti legati all’hardware, siamo riusciti con Citrix, portando ad esempio anche SAP su tablet.”

Bring Your Own device: con Citrix è più facile

Anche l’adozione di pratiche BYOD è stata agevolata da Citrix, che ha permesso di limitare l’overhead di risorse necessarie per fare in modo che gli stessi applicativi possano essere fruibili da sistemi operativi diversi. Infine, la massima omogeneità si è ottenuta con la virtualizzazione, che ha permesso di standardizzare il desktop installandolo centralmente: oggi è possibile usare lo stesso desktop a cui si accede dalla rete aziendale da qualsiasi dispositivo. “Oggi anche le applicazioni strategiche vengono distribuite attraverso XenApp” conclude Venturati “In questo modo sappiamo di poter avere uniformità di applicazioni, capacità di controllo, facilità di aggiornamento e garanzia di sicurezza.”