Agrifood e IoT

Cattoni Giulia_Urbano Creativo

Sostenibilità e innovazione applicata all’agricoltura e alle scienze alimentari per cambiare il modello di produzione e distribuzione

IOT analytics, provider tedesco di market insights per il settore IOT, ha condotto uno studio analizzando le ricerche effettuate dagli utenti via Google, Twitter e Linkedin, rilevando che le parole chiave più discusse e ricercate collegate agli ambiti IOT sono Smart Home, Wearables, Smart City, Smart Grid, mentre Smart Farming giunge solo in decima posizione, con un punteggio pari a l’1% di quello della Smart Home, in prima posizione. L’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano conta a fine 2015 circa 10,3 milioni di oggetti connessi in Italia tramite rete cellulare (+29% sul 2014). Si tratta di un trend di crescita importante ma, purtroppo, ancora troppo concentrato su due aree, Smart Home e Smart Car, mentre l’Agrifood è uno di quei settori lasciati in secondo piano. Insomma, pare che l’attenzione verso la tecnologia e l’innovazione applicata all’agricoltura e all’allevamento sia ancora piuttosto contenuta nonostante le evidenti prospettive. Infatti, nei prossimi anni la disponibilità di acqua per irrigazione si ridurrà drasticamente mentre il fabbisogno di cibo aumenterà in modo diretto con la crescita della popolazione. Per continuare coi numeri: solo l’1% dell’acqua dolce presente sul pianeta è utilizzabile per il consumo umano e di questa il 70% è impiegato in agricoltura. E le più recenti stime demografiche delle Nazioni Unite indicano che nel 2100 la popolazione mondiale raggiungerà 11,2 miliardi di persone.

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Come combattere lo spreco

Non vale però tanto parlare di irrigazione, senza un focus sulla produzione. Oggi, un terzo di tutto il cibo prodotto nel mondo finisce in pattumiera, soprattutto in Occidente: da studi condotti dalla FAO risulta che in Europa e in America settentrionale lo spreco alimentare pro capite l’anno sia pari a 280-300 kilogrammi. Ma si “spreca” anche nei paesi in via di sviluppo, dove però il problema è dovuto principalmente alla mancanza di infrastrutture e strumenti per la conservazione degli alimenti adeguati. Come risolvere questa incredibile contraddizione, facendo ricorso a innovazione e tecnologie? L’agricoltura per prima sarà in grado di unire tecnologia, rete, e una valida risposta individuale alla qualità della vita di ciascuno di noi. Per Huawei e Vodafone (con il progetto NB-IoT), la missione è quella di mettere a punto un sistema completo di sensoristica e rete che consenta a tutti gli operatori, ovunque si trovino nel mondo, di inviare informazioni sempre aggiornate sullo stato delle coltivazioni e del bestiame all’agricoltore: ovunque egli si trovi. Uno strumento di gestione che innovi il modo di lavorare quotidiano, in un settore difficile per orari, investimento personale e condizionamenti esterni come – semplicemente ma a volte tragicamente – il fattore meteorologico.

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Filiera più sostenibile

Quel che è rilevante è anche il cambio del modello di business in agricoltura, settore naturalmente a bassissimo margine. L’innovazione consente di ottimizzare la produzione e aumentare i guadagni, per una volta non a scapito della qualità. Il mercato è sempre più consapevole delle proprie scelte alimentari. Sviluppare sensori con la funzione di assicurare il corretto apporto nutrizionale del bestiame consente di ridurre lo spreco del foraggio. Ma consente anche di controllare lo stato di salute dell’animale, la necessità di integrare la sua dieta, perfino il luogo in cui si trova. Risultato diretto? Animali più sani, meno allevamento in stalla – o in gabbia. La sensoristica diffusa in campo consente di raccogliere dati dall’ambiente esterno e adattare di conseguenza l’irrigazione, la fertilizzazione o – finalmente – il riparo al futuro raccolto. E ora, vogliamo parlare di qualità?

Giulia Cattoni @urbanocreativo 

In collaborazione con Fabrizio Trigila project manager della Fondazione Parco Tecnologico Padano e Roberto Reali responsabile del dipartimento Scienze Bio-Agroalimentari – Cnr