Sin dal 2009 il Garante ha sollecitato l’opportunità di una regolamentazione sull’utilizzo dei sistemi di segnalazione di presunti illeciti nell’ambito di organizzazioni pubbliche e private, ma ad oggi non c’è ancora una disciplina specifica sul “whistleblowing” in Italia. Proposta di Legge approvata dalla Camera, adesso al vaglio del Senato
Da Frank Serpico ad Edward Snowden, le cosiddette “gole profonde” che hanno denunciato pubblicamente o riferito alle autorità attività illecite o fraudolente all’interno di un governo o di un’azienda, non hanno mai avuto vita facile, e in Italia neppure una chiara connotazione giuridica.
Anche se finora non esiste una disciplina legislativa appositamente dedicata alla materia, è comunque possibile ritrovare nel nostro ordinamento una serie di riferimenti normativi al “whistleblowing” in Italia, e sul piano della tutela della privacy il Garante per la protezione dei dati personali si è espresso inviando una segnalazione al Parlamento per sollecitare sin dal 2009 l’opportunità di una regolamentazione in relazione all’utilizzo di sistemi di segnalazione di presunti illeciti commessi da soggetti operanti a vario titolo nell’ambito di organizzazioni pubbliche e private, e più recentemente lo scorso gennaio la Camera dei Deputati ha approvato una proposta di legge sulla protezione dei whistleblower, che adesso è al vaglio del Senato.
“Il tema è molto trasversale – ha affermato Angelo Jannone, membro di Federprivacy e partner di Crowe Horwath – se sotto l’aspetto della compliance anticorruzione il sistema del whistleblowing deve tutelare l’identità del segnalante, dal punto di vista della privacy deve invece essere a prova di tutela dei dati del segnalato e dei terzi che potrebbero essere citati a vario titolo in una segnalazione di illecito”, ha spiegato l’ex ufficiale del ROS a margine del convegno “Contrasto alla corruzione, tra repressione e prevenzione”, organizzato dall’Università degli Studi Unitelma Sapienza in corso oggi a Roma presso la Sala Promoteca del Campidoglio.
Visti i delicati impatti sulla protezione dei dati personali, ma anche l’importante richiamo riscontrato dal convegno di oggi che vede trecento partecipanti tra aziende, enti pubblici, università e liberi professionisti, con la partecipazione di numerose personalità, tra cui il rettore di Unitelma,Francesco Avallone, e l’ex ministro della Giustizia Paola Severino, che ha dato il nome alla legge italiana anticorruzione (L.190/2012), Angelo Jannone tornerà di nuovo sul tema del whistleblowing al 6° Privacy Day Forum, in programma a Roma il prossimo 13 ottobre, convegno organizzato da Federprivacy per cui c’è speciale attesa quest’anno trai professionisti addetti ai lavori, in virtù dell’entrata in vigore del nuovo Regolamento UE 2016/679, che prenderà il posto del Dlgs 196/2003, il nostro attuale Codice Privacy che andrà definitivamente in pensione il 25 maggio 2018.