Twitter: spesi 320.000 dollari in sicurezza in due anni

Gestire una rete come quella del microblog non è semplice, soprattutto quando sei costantemente sotto attacco. Da qui l’importanza dei ricercatori esterni

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Se pensate che la vostra azienda sia costantemente sotto attacco hacker pensato per un momento a Twitter. Milioni di persone, compagnie e il business più disparato dipende da un servizio che fino a qualche anno fa non esisteva nemmeno. In tempi in cui si credeva che l’apice del social web fosse Facebook, una piattaforma con il limite dei 140 caratteri ha sconvolto le carte in tavola. Cosa vuol dire questo? Che la multinazionale dei cinguettii ha bisogno di mantenere sempre alta la guardia per contrastare attacchi cyber che, a quanto pare, sono molteplici e all’ordine del giorno.

Strumenti validi

Per questo Twitter, come il resto delle grandi compagnie hi-tech ha trovato nei programmi “bug bounty” una risorsa incredibile. Secondo ultimi dati ufficiali, nel corso degli ultimi due anni la compagnia ha pagato oltre 320.000 dollari a circa 1.600 ricercatori, che in totale hanno segnalato più di 5.100 bug. Avviato nel 2014, il progetto intende rilevare ogni possibile vulnerabilità del codice, compresi i pericoli di un accesso non autorizzato, cross site scripting e molto altro. C’è da dire che le falle individuate non riguardano solo il microblog ma tutti i servizi connessi, tra cui Periscope, Vine, Fabric, MoPub e zeroPush, sia in versione desktop che mobile.

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